La Volkswagen W12 Concept è stata sicuramente uno dei più grandi esperimenti ingegneristici della storia di Wolfsburg. Proprio in questi giorni di 20 anni fa, più precisamente il 23 Febbraio 2002, l’ultimo concept della serie era impegnato nell’anello di Nardò per provare a raggiungere alcuni tra i record di velocità e accelerazione più impensabili per l’epoca, rimasti ancora oggi imbattuti. Ripercorriamone la storia.
Genesi
Siamo a metà degli Anni 90’, Ferdinand Piech, allora CEO del gruppo Volkswagen, commissiona alla Italdesign, con a capo Giorgetto Giugiaro, una grande coupé 2 posti, con porte ad ali di gabbiano e calettatura del motore già pronta ad alloggiare in posizione centrale un grosso W12. L’obiettivo della Casa è quello di testare il nuovo grande propulsore di punta del gruppo su un’auto non di serie.
Dopo varie proposte e alcune modifiche sostanziali all’idea originale, soprattutto per poter alloggiare la allora trazione integrale Syncro del gruppo, nasce nel 1997 la Volkswagen W12 Concept, una sportiva lunga quasi 5 metri, con portiere ad ali di gabbiano, parabrezza in vetro ricurvo e lunotto panoramico sui coperchi punterie dell’innovativo motore.



Il motore
Proprio come suggerisce il nome, il progetto originale prevede che l’auto debba essere dotata di un 12 cilindri. Per il gruppo tedesco, però, realizzarne uno partendo da zero non può essere una via percorribile. Gli ingegneri decidono quindi di accoppiare due 2.8L VR6 tramite un unico albero a gomiti.
Il risultato è un 5.6L W12 a 72 gradi con 48 valvole, in grado di erogare nella prima versione, quella che viene presentata al Salone di Tokyo del 1997, ben 420 CV scaricati a terra grazie alle 4 ruote motrici, gestite con un cambio manuale a 6 rapporti.


Al Salone di Ginevra del 1998 Volkswagen stupisce il pubblico portando una versione roadster della grande coupé, dotata della stessa base meccanica ma con telaio rinforzato in basso per sopperire alla minore rigidità torsionale a causa della rimozione del tetto.
La presentazione di questi due concept lasciano immaginare un'imminente debutto di una versione di serie della W12, magari con parabrezza e lunotto più classici, senza le costose porte ad ali di gabbiano ma tutto sommato vicina come design ai primi due muletti. I piani della Casa, però, sono altri.
L’auto dei record
Nei primi due anni del 2000, Volkswagen lavora incessantemente a una nuova versione della W12. Dopo alcuni iniziali test si scopre, infatti, che la trazione integrale non è il modo migliore per raggiungere e ottenere i record di velocità per cui l’auto fin dall’origine è stata pensata. Gli ingegneri del gruppo scelgono quindi di passare alla semplice trazione posteriore, mantenendo comunque il cambio manuale a 6 marce.
Nello stesso periodo anche il possente W12 ottiene un leggero lifting. L’idea di base resta invariata, con due motori VR6 Volkswagen con angolo immaginario di 15 gradi connessi a 72 gradi tramite un unico albero a gomiti, ma la cubatura complessiva viene portata a 6.0 litri, la stessa ancora utilizzata oggi. Con questo aumento di cubatura, anche le bancate vengono dotate di nuovi alberi a camme e tutto il motore viene elaborato per raggiungere l’incredibile potenza (per l’epoca) di 600 CV e 621 Nm di coppia.


Quattro mesi dopo il debutto, l’esemplare finale, a seguito di alcuni test di affidabilità condotti in casa, viene portato in Puglia all’anello di Nardò (ancora oggi di proprietà del gruppo Volkswagen e in cui di recente abbiamo provato la Bugatti Centodieci) per tentare di stabilire alcuni record di velocità mai raggiunti fino ad allora.
Record che, proprio in quei stessi giorni, la Volkswagen W12 Concept raggiunge. Il concept del 2001 copre, infatti, 7739 km in 24 ore, mantenendo una velocità media di 322,83 km/h, segnando 7 record mondiali e 12 record di categoria, ancora oggi imbattuti e possibilmente rivendicabili dal gruppo Volkswagen.


Il W12 oggi
Il grande (per dimensioni, cubatura e maestosità di progetto) 6.0 litri W12 48 valvole Volkswagen viene prodotto e utilizzato ancora oggi, in diverse versioni e con diverse potenze. L’ultima applicazione in versione aspirata è avvenuta sull’ultima generazione di Volkswagen Phaeton in vendita fino al 2016, con 450 CV e 600 Nm di coppia.


Successivamente, per dotare la penultima generazione di Audi A8, il 6.0 W12 è stato portato nel 2015 a 6.3 litri di cubatura per raggiungere i 500 CV di potenza. Nel 2017 però, con l’arrivo dell’ultima generazione di Audi A8, di cui recentemente i nostri colleghi americani hanno provato il restyling 2022, il W12 è scomparso dal listino, lasciando il compito di versione con cubatura più alta alla sola S8 V8.
Voci (non confermate) vicine a Wolfsburg sostengono tuttavia che attualmente sia ancora possibile ordinare una A8 L con motore W12, esclusivamente come ordine speciale e su commissione, presumibilmente per applicazioni particolari come le versioni blindate.


L’informazione non stupisce dato che lo storico 6.0 W12 è ancora “vivo e vegeto”, applicato quotidianamente in versione biturbo (per rispettare le nuove e stringenti regole sulle emissioni) sulla gamma Bentley, in particolare sulle versioni top di gamma Speed recentemente aggiornate.