Boom o sboom? Il mercato dell'usato cresce in modo massiccio oppure registra un calo netto? Il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Mims, ha reso noto venerdì scorso (primo aprile) che in marzo i trasferimenti di proprietà sono stati 450.846, con una crescita monstre del 35,9% rispetto allo stesso mese del 2021

Il martedì successivo l'Aci ha pubblicato i suoi dati sul mercato dell'usato, dai quali emerge invece che, sempre in marzo, i passaggi di proprietà hanno registrato una variazione negativa dell'8,4% a quota 453.040 (-9,4% al netto delle minivolture, i trasferimenti temporanei a nome del concessionario in attesa della rivendita al cliente finale).

Come è possibile questa alternanza macroscopica di segno? Perché si arriva alla diffusione di dati così apertamente in contrasto? Chi ha ragione?

Un enorme buco nero

La risposta è: tutti e nessuno, perché i dati sono corretti. Il problema è stato, è tuttora e forse sarà ancora per qualche tempo determinato da una sorta di blackout tra i rispettivi database. Ma andiamo con ordine, sottolineando però da subito che, a ben guardare, le risultanze dell'Automobile Club d'Italia sono quelle su cui fare maggiore affidamento. 

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La tabella Aci con i trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture

Per trovare una spiegazione all'enorme difformità delle percentuali, bisogna tornare al marzo del 2021 e cioè al mese di riferimento su cui calcolare le variazioni percentuali rispetto al marzo 2022. Ecco i dati al lordo delle minivolture: Mims 331.779 trasferimenti di proprietà, Aci 494.424. Una differenza di 162.645 atti! Chiaro che poi le percentuali di raffronto prendono strade opposte.

Il problema, cronico fino a qualche mese fa, è che i passaggi di proprietà venivano iscritti al Pra (Pubblico registro automobilistico), gestito dall'Aci, e poi trasferiti all'Archivio nazionale veicoli (Anv) della Motorizzazione Civile, organo del ministero. I due sistemi si parlavano poco e male, con codici a volte difformi e registrazioni differenti (tipico esempio le vetture a uso promiscuo). In più, nel 2021 con gli effetti della pandemia e del lockdown, lo smart working e la carenza di personale degli uffici della motorizzazione, questo intoppo deve essersi aggravato. 

Pasticciaccio all'italiana

Insomma, le due serie di dati difficilmente collimavano, presentando quasi sempre andamenti divergenti. Come si sia potuti arrivare a oltre 162 mila atti di differenza resta però un mistero.

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La tabella Aci con le minivolture

Con l'introduzione a gennaio scorso del Documento Unico di circolazione e di proprietà le cose sembra siano cambiate: i due sistemi informativi dialogano in tempo reale e sono state attivate procedure per segnalare e risolvere eventuali anomalie. Il risvolto in 'numeri' è che negli ultimi mesi i dati del Pra e della Motorizzazione si sono avvicinati moltissimo: poco più di 3 mila atti di differenza a gennaio, meno di 1.000 a febbraio, poco più di 200 a gennaio.

Tutto a posto quindi? Non proprio, perché fino a quando il database pregresso del ministero non verrà modificato si correrà ancora il rischio di fornire delle percentuali diverse, se non opposte. Ed è su quella che si basano le valutazioni di chi si occupa di mercato e vuole conoscerne l'andamento (come il sottoscritto, vedi: Mercato auto, ora il boom dell'usato è davvero sicuro) senza correre il rischio di averne una rappresentazione distorta.