Fare rifornimento all’auto oltreoceano costa quasi il doppio di due anni fa, quando un pieno di benzina veniva poco più di due dollari a gallone, contro gli oltre 4 dollari di oggi. Eppure, in questa fase, anche negli Stati Uniti si sta assistendo a un po’ di quiete dopo la tempesta.

Come visto anche in Europa e in Italia, alla cavalcata dei mesi scorsi sta seguendo una lieve diminuzione dei prezzi carburanti. Stando al monitoraggio settimanale dei prezzi fatto in America e riportato dai colleghi statunitensi di Motor1.com, negli ultimi sette giorni negli Stati Uniti si è infatti registrato il calo più consistente da marzo 2020. All’epoca era stato da 2 $/gal a 1,92 $/gal. Oggi la benzina passa in media da 4,17 $/gal a 4,09 $/gal. Come mai?

C’entra sempre il petrolio

In quei giorni drammatici di due anni fa, lo ricordiamo tutti, cominciava la pandemia, con il petrolio, da cui dipendono a cascata i prezzi di benzina e diesel, che costava poco più di 30 dollari al barile (al Brent, riferimento per l’Europa). Adesso il greggio viaggia invece intorno ai 100-105 dollari al barile.

Oil industry pumps at sea
Estrazione di petrolio

Nonostante la netta differenza con il passato, le quotazioni sono comunque inferiori rispetto ai picchi toccati all’indomani della guerra in Ucraina. Alcune piccole cose sono cambiate in un mese e mezzo. Ed ecco perché i carburanti stanno scendendo sia in America che in Europa.

Il mondo si sta muovendo per far fronte alle forniture di petrolio che non arriveranno dalla Russia. Su tutte, c’è stata la mossa dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), che ha consigliato già due rilasci delle scorte oil di emergenza: la prima volta a inizio marzo, con una tranche da 60 milioni di barili, e la seconda ad aprile, con altri 60 milioni di barili da sommare ai 180 già messi in conto dagli Stati Uniti.

 

A questa strategia globale, l’Italia ha aggiunto il decreto taglia accise, che introduce il meccanismo dell’accisa mobile, pensato per ridurre la parte fissa delle tasse sfruttando gli extraprofitti generati dall’Iva, calcolata invece in percentuale. Il provvedimento era stato approvato per un mese, ma resterà in vigore altri 10 giorni, fino al 2 maggio.

La tregua durerà?

C’è "un però" da segnalare. L’andamento generale al ribasso dei prezzi carburanti potrebbe non avere vita lunga. Fondamentalmente perché il mercato del petrolio è soggetto a tantissime variabili, tanto che, già oggi, le quotazioni del greggio sono tornate in leggera salita dopo che Mosca ha parlato di vicolo cieco per i colloqui di pace con Kiev: il Brent va a 106 $/l, il WTI a 102 $/l.

Ma c’è anche l’allarme dell’Opec, che avverte sull’impossibilità di sostituire le forniture russe e, al tempo stesso, sostiene di non poter pompare altro petrolio. Con le quotazioni al rialzo, oggi i prezzi di benzina e diesel sono andati di nuovo verso l'alto, dopo diversi giorni di tregua: in Italia – fonte Quotidiano Energia – si arriva fino a 1 centesimo in più.