Quando paghiamo una multa per una violazione del Codice della Strada, i soldi versati dovrebbero essere impiegati con una finalità precisa. Come indica l’Articolo 208 dello stesso Codice, la somma incassata dallo Stato o dall'ente locale - in base a chi accerta la contravvenzione - dovrebbe essere infatti destinata all'attuazione del Piano Nazionale della sicurezza stradale, alla manutenzione delle strade e alla loro messa in sicurezza.

Non sempre però le cose vanno in questo modo, al punto che il problema degli enti locali che non rispettano la normativa è finito oggi al centro di un’audizione alla Camera del ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. Vediamo cosa ha detto e come intende muoversi il Governo per fare chiarezza sulla questione.

Le criticità del meccanismo

Come accennato, le regole sono quelle stabilite dall'Articolo 208 del Codice della Strada (Proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie). Poi c'è l'Articolo 142 (sui Limiti di velocità) secondo cui i proventi delle multe devono essere destinati al 100% per la manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture, nonché per potenziare le attività di controllo (qui trovate i dettagli). Non sempre però questo avviene.

Gli enti che non rispettano questa prescrizione possono già subire a loro volta delle "contravvenzioni" (i proventi possono venirgli ridotti addirittura del 90%), ma il meccanismo sanzionatorio fa acqua e presenta in particolare due criticità:

  • i proventi contravvenzionali affluiscono direttamente alle casse degli enti locali e non sembra possibile che il Ministero dell'Interno intervenga su di esse;
  • a prescindere dal soggetto che possa intervenire con prelievi sui bilanci degli enti locali, la sanzione risulta comunque inapplicabile se dallo stesso ente locale non è stata trasmessa la relazione dei proventi incassati.

E quindi?

Il Governo sta valutando di conseguenza l'ipotesi di una sanzione amministrativa pecuniaria per gli enti locali che non rispettano le regole, modulata sulla base del numero degli abitanti dei Comuni, che possa essere applicata automaticamente.

"Si potrebbe quindi prevedere - si legge più in dettaglio nella relazione del ministro - l'obbligo di versare l'importo delle sanzioni su un capitolo di entrata del bilancio dello Stato per essere successivamente destinato alle finalità di sicurezza stradale previste".

"In mancanza del versamento - prosegue il testo illustrato alla Camera - potrebbe essere il ministero dell'Interno a provvedere con proprio decreto al recupero delle somme dovute a valere su altri trasferimenti agli enti locali inadempienti. L'obbligo di segnalazione alla procura regionale della Corte dei conti dei Comuni inadempienti rimarrebbe, ma verrebbe posto in capo all'organo di revisione contabile degli stessi enti locali".

Intanto, è stata inviata formale richiesta al Ministero dell'Interno per un'estrazione massiva di tutte le relazioni sui proventi contravvenzionali aggiornate al 2021. Così, dati alla mano, si potrebbe iniziare a fare chiarezza.