Qualche tempo fa parlavamo su OmniFurgone.it di una "tempesta perfetta" che si stava abbattendo sul mondo dell’autotrasporto italiano e in ricaduta anche su altri settori dell’economia. Una serie di difficoltà sfociate a loro volta in agitazioni e relative concessioni da parte del nostro Governo.

In onore della globalizzazione ciò che non è successo da questa parte del mondo sta accadendo dall’altra parte: in Corea del Sud, dove, da quasi una settimana, i camionisti stanno scioperando contro il caro carburante e mettendo in ginocchio la catena logistica locale, ma anche globale, considerando il ruolo strategico dei suoi hub e delle sue produzioni.

1,2 miliardi persi fino a domenica 12 giugno

L'industria sudcoreana include, infatti, oltre a quella dell’auto, su cui le conseguenze globali si vanno ad accumulare con quelle già presenti, anche acciaio, petrolchimica, pneumatici, semiconduttori, cemento e batterie, tanto per fare alcuni riferimenti.

Domenica 12 giugno la perdita stimata per mancate consegne di beni, secondo la Reuters che ha citato fonti del governo sudcoreano, ammontava complessivamente a 1,2 miliardi di dollari.

Le conseguenze sull'automotive

L’ennesimo duro colpo per l’industria dell’auto, dicevamo, che fra pandemia e guerra in Ucraina sta patendo forse più di altri settori la carenza di approvvigionamenti. Lo sciopero dei camionisti, sempre fino a ieri, è costato all'industria automobilistica sudcoreana circa 5.400 veicoli in termini perdita di produzione, per un valore di circa 200milioni di dollari.

Ad esempio, gli stabilimenti a Ulsan di Hyundai producono circa 6.000 veicoli al giorno, ha ribadito il sindacato. Lo sciopero fino allo scorso venerdì era costato alla casa automobilistica più di 3.800 pezzi per un valore fino a 93 milioni di dollari.

Soffrono anche le gomme

Restando in tema auto, ma spostandoci al settore pneumatici Hankook Tire&Technology Co Ltd, fornitore di case automobilistiche come Volkswagen e Mercedes-Benz, ha visto le spedizioni giornaliere diminuire di circa il 50%, secondo un portavoce locale sempre citato dall’agenzia Reuters.

Il ministero dell'industria ha stimato, invece, che circa 640mila pneumatici, per un valore di circa 44milioni di dollari, hanno dovuto affrontare problemi di spedizione a partire da domenica scorsa.

Elettronica a rischio

Anche le batterie e i semiconduttori, componenti fondamentali dell’industria automobilistica sia orientale sia occidentale, non sono immuni dalle conseguenze dello sciopero. Qui, però, le fonti sono meno loquaci. Un produttore di batterie, rimasto anonimo, ha dichiarato di aver effettuato spedizioni prima dello sciopero per precauzione, magari sospettando che qualcosa sarebbe accaduto.

L'azienda non ha subito, dunque, interruzioni alla produzione la scorsa settimana, ma valuterà nuovamente la gestione delle spedizioni se lo sciopero dovesse continuare. Tanto per citare qualche numero: LG Energy Solution Ltd, SK On business unit batterie di SK Innovation Co Ltd e Samsung SDI Co Ltd controllano, insieme, più di un quarto del mercato globale delle batterie per veicoli elettrici.

Per quanto riguarda i semiconduttori le notizie sono contrastanti, benché un funzionario sindacale abbia affermato che lo sciopero potrebbe interessare il trasporto delle materie prime prodotte a Ulsan sia Samsung sia SK (due dei più grandi produttori al mondo di chip di memoria) non commentano, forse per non creare allarmismi in un mercato chiave.