Un pacchetto da 437 miliardi di dollari per riforme ambientali e sanitarie, con l'obiettivo di immatricolare il 50% di auto elettriche entro il 2030 grazie anche a 7.500 dollari di incentivi per chi acquista un veicolo ad emissioni zero. Sono questi i punti principali dell’Inflation Reduction Act, il maxi provvedimento firmato dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, negli scorsi giorni.

A prima vista, il quadro può sembrare assolutamente positivo in ottica di transizione energetica. Eppure, entrando nei dettagli della legge, si scopre che misure importanti come gli incentivi sarebbero riservate esclusivamente ai modelli Made in USA: un bello schiaffo per i costruttori europei e sudcoreani (e non solo).

La misura

Prima di entrare nel merito della polemica internazionale che ne è nata, facciamo un passo indietro e leggiamo attentamente i contenuti della normativa americana.

In sostanza, gli incentivi sarebbero rivolti esclusivamente a chi acquista auto elettriche (o a idrogeno) assemblate in Nord America e che montano batterie realizzate con materie prime estratte negli Stati Uniti o in Paesi con cui gli USA hanno un accordo di libero scambio. Il primo requisito è attivo dal 16 agosto, mentre il secondo entrerà in vigore il 1° gennaio 2023. 

cadillac lyriq 2023
Cadillac Lyriq
Chevrolet Blazer EV (2023)
Chevrolet Blazer EV (2023)

La misura è rivolta esclusivamente alle berline e compatte fino a 55.000 dollari e SUV e pick-up fino a 80.000 dollari per chi ha un reddito inferiore ai 150.000 dollari all’anno.

Per fare chiarezza, l’amministrazione Biden ha diramato un elenco di vetture idonee all’incentivo: dei 72 modelli EV presenti sul mercato USA, solo 26 sono “eleggibili” per gli incentivi 2022 e solo 5 lo saranno nel 2023.

Le reazioni dal mondo

Com’era possibile immaginarsi, il provvedimento ha scatenato reazioni piuttosto dure da parte dei Paesi che ospitano marchi in prima linea per la produzione di modelli elettrici.

Il riferimento è alla Corea del Sud, con il gruppo Hyundai che sta investendo miliardi di dollari in ricerca e sviluppo per BEV e vetture ad idrogeno, e alla Germania, dove Mercedes e Volkswagen hanno già fissato le date per lo “switch” al full electric (mentre BMW, anche se non ha ancora stabilito una deadline precisa, è orientata da tempo ai modelli a batteria).

EQS Mercedes-AMG 2022
Mercedes-AMG EQS
Volkswagen ID.4 GTX 2021
Volkswagen ID.4 GTX

Ed è possibile che la situazione assuma sempre di più i toni di uno scontro diplomatico. Secondo quanto riportato dalla Reuters, infatti, la KAMA (l’associazione dei costruttori coreani) cercherà sostegno nell’omologa europea ACEA per prendere una posizione ufficiale nei confronti della normativa statunitense.

Stando alla KAMA, l’Inflation Reduction Act potrebbe mettere in pericolo l’importazione di 100.000 elettriche all’anno che sono costruite in Corea del Sud. Inoltre, sempre secondo l’associazione asiatica, questa legge violerebbe gli accordi economici in vigore tra il Paese e gli Stati Uniti, oltre alle normative sul libero scambio del WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Al tavolo delle discussioni potrebbero aggiungersi i costruttori giapponesi, anche se alcuni come Toyota e Honda hanno stabilimenti importanti negli USA.

Nell’immediato, comunque, Hyundai cercherà di ridurre il più possibile i “danni” aumentando la produzione nel suo impianto in Georgia. Ma è probabile che non sia finita qui.

La posizione dell'Europa e il caso California

Una dura presa di posizione è arrivata anche dai vertici europei. Pochi giorni prima che la legge venisse approvata, la portavoce della Commissione Europea Miriam Garcia Ferrer aveva affermato che il provvedimento "crea preoccupazione nell'Ue e colpisce il commercio transatlantico in quanto discrimina i produttori stranieri rispetto a quelli americani".

Inoltre, l'Unione è d'accordo con la Corea del Sud e ritiene che la scelta degli USA sia incompatibile con le regole del Wto. A tal proposito, Ferrer ha proseguito così la sua analisi:

"I crediti d'imposta sono un incentivo importante per incoraggiare la domanda di auto elettriche, ma dobbiamo assicurarci che le misure introdotte siano eque. Per questo continuiamo a sollecitare gli Stati Uniti a rimuovere questi elementi discriminatori dal disegno di legge e garantire che sia pienamente conformi al Wto".

Sta di fatto che la strada verso l’elettrico sembra tracciata negli Stati Uniti. La locomotiva del movimento “green” americano è la solita California, uno stato che da sempre è attivo sul fronte ecologico, tanto da avere un proprio sistema regolatore per le emissioni dei veicoli.

Il Golden State ha definito un ban alle auto con motore termico nel 2035 e le tappe intermedie che porteranno allo "switch" definitivo. 

Tuttavia, è chiaro che se non verrà rivisto il provvedimento di Biden, questi piani potrebbero subire dei forti rallentamenti.