Per usare un eufemismo, l’Europa delle quattro ruote non se la sta passando bene. Nei primi sei mesi del 2022, il mercato dell’Unione ha segnato un pesante -14%, con l’Italia che ha fatto registrare uno dei dati peggiori con un -22,7%.
Eppure, nonostante le vendite al ribasso, il mercato si sta lentamente elettrificando. A rallentare la crescita delle auto a batteria (e non solo), però, è sempre il nostro Paese. Ecco la situazione.
Il quadro europeo
Secondo i dati raccolti da ACEA (l’associazione europea dei costruttori), nel secondo trimestre 2022 la quota di auto elettriche vendute in Europa ha raggiunto il 9,9% del totale. In crescita anche le ibride plug-in che sono arrivate all’8,7% (rispetto all’8,4% dell’analogo periodo 2021).
Rimanendo nel segmento elettrificato, le ibride full e mild (raggruppate sotto la sigla HEV, Hybrid Electric Vehicles) detengono il 22,6% del mercato. A far segnare valori in crescita è anche l’alimentazione GPL con un +7,9% rispetto allo stesso periodo 2021 e una quota del 2,7%.
D’altra parte, continua il calo di benzina, diesel e metano. In particolare, le auto a benzina detengono sempre la maggioranza del mercato, ma la loro quota è scesa al 38,5%, mentre il diesel è al 17,3% (entrambe le alimentazioni sono al -3% sul 2021). I veicoli a metano, invece, sono crollati del 62,9% con appena 4.983 esemplari venduti nei primi 6 mesi del 2022.
Italia in forte calo
Fatte le dovute premesse con dati e numeri, passiamo ad analizzare il desolante quadro italiano. Per farla breve, il nostro mercato fa segnare performance negative praticamente in ogni alimentazione.
Al di là del tonfo del metano (dovuto in primis alla forte contrazione italiana), nel nostro Paese si è registrato un -19,6% nelle immatricolazioni di auto elettriche. Un risultato esattamente opposto rispetto ai mercati di Spagna e Francia (rispettivamente +22 e +18,6% rispetto al 2021).
In calo anche le ibride plug-in (-6,9%, ma Francia e Germania fanno peggio con -17,4% e -16,9%) e le HEV (-9,3%). Su quest'ultimo fronte, Francia e Spagna hanno raccolto un +7,2% e un +2,7%.
In Italia sono in calo persino le auto a GPL (-5,1%, contro il +57,6% della Spagna, il +21,9% della Francia e il +10,3% della Germania).
I numeri dell’Italia fanno capire come dietro la crisi di immatricolazioni non ci sia solo la questione dei chip e le lunghe tempistiche di consegna (un male comune a tutti i mercati del mondo, ormai). Evidentemente, le cause sono più profonde e devono essere analizzate con grande attenzione dalla politica per evitare un pericoloso stallo che metterebbe a rischio il passaggio al full electric previsto nel 2035.
Fotogallery: 2020 Fiat 500e EV
Fonte: ACEA