Che la Lega non veda di buon occhio il passaggio all'elettrico, con conseguente obbligo di "legarsi mani e piedi alla dittatura cinese" - citando quanto ci ha detto il viceministro leghista alle Infrastrutture, Alessandro Morelli - non è una novità. Da tempo infatti i vertici del partito guidato da Matteo Salvini si sono dimostrati fortemente critici nei confronti della direzione intrapresa dall'Unione Europea.

Proprio lo stesso Salvini oggi, in occasione di un incontro pubblico a Torino, è tornato a parlare della questione proponendo - nel caso dovesse andare al governo dopo le elezioni del 25 settembre - un referendum popolare per chiedere agli italiani cosa ne pensino della questione.

Visto che i geni dell'Europa hanno approvato una norma che mette fuori legge le auto a benzina e diesel dal 2035, è una follia, significa distruggere il settore dell'auto in Italia, significa licenziare a Torino per dare lavoro a Pechino, allora cosa propone la Lega? Se ci darete la forza di andare al governo un bel referendum popolare in Italia per bloccare questa follia. [...] Siano gli italiani a dire "sì" o "no" a un regalo alla Cina

Non è però chiaro al momento come il leader leghista intenderebbe poi portare avanti concretamente questa proposta per bloccare lo stop a benzina e diesel imposto dal 2035. Anche perché, trattandosi di un regolamento europeo e non di una direttiva, dal punto di vista strettamente normativo ci si muove su una via particolarmente stretta. E riesce difficile ipotizzare un referendum abrogativo che, come indicato dall'articolo 75 della Costituzione, non può essere indetto su temi relativi ai trattati internazionali. Insomma, tecnicamente sembra una proposta a dir poco complicata da mettere in pratica.

No al tutto elettrico

La Cina come nemico numero uno per quanto riguarda il mondo dell'elettrico. Salvini però non menziona le mosse dell'Europa (Italia compresa) per ridurre sempre più la dipendenza dal colosso asiatico con la costruzione di numerose gigafactory, di cui una - quella di Italvolt - proprio nei pressi di Torino.

Rimanendo nel capoluogo piemontese anche Stellantis ci punta forte - non da oggi - e proprio grazie alla Fiat 500 elettrica lo stabilimento di Mirafiori sta "girando" sempre più e dalle 45.000 unità all'anno potrebbe passare a 90.000, crisi dei chip permettendo.

Il cammino verso le emissioni zero

Nel suo intervento Salvini ha poi aggiunto "Le auto di ultima generazione hanno sostanzialmente emissioni zero e inquinano zero".

Una semplificazione che indica al più una linea di tendenza, perché se è infatti vero che negli ultimi anni i motori moderni hanno abbattuto sensibilmente le emissioni nocive, è anche vero che - secondo quanto riportato da Jato Dynamics - nel 2021 le emissioni medie delle auto nuove vendute in 17 paesi europei era 99 g/km.

In discesa del 16% rispetto ai 117,7 g/km del 2020, ma comunque ben lontani dallo "zero". E poi, accanto alla CO2, ci sono anche altri inquinanti. La posizione del leader leghista comunque, al netto delle semplificazioni e di quella che appare più che altro come una boutade, appare molto chiara.

europa-stop-benzina-diesel-2035 Vedi tutte le notizie su Il 2035, l'anno della discordia nell'Europa dell'auto