La crisi dei chip continua a colpire l'intero settore dell'auto. Dopo ritardi nelle consegne e auto prodotte senza determinati optional scelti dai clienti, appare ora all'orizzonte un nuovo problema: la mancanza di materiale per produrre le chiavi.

Se oggi infatti le aperture "da lontano" delle auto, oppure gli stessi sistemi keyless, ci sembrano normalità, è proprio grazie ai chip, presenti ormai in larga scala anche negli oggetti che teniamo in tasca per accedere alla nostra auto.

Toyota, recentemente in un'intervista a Reuters, ha annunciato che da alcune settimana si è vista costretta a consegnare i propri prodotti con una sola chiave, mettendo in attesa il cliente per la seconda. Ma non è l'unica.

Per velocizzare la produzione

Consegnare le auto senza la chiave di riserva, come siamo abituati a chiamarla, è una delle tante strategie che diversi produttori mondiali stanno attuando. L'obiettivo ultimo della stessa Toyota, in particolare, è quello di rendere più veloce la produzione e la consegna al cliente finale delle auto.

In un comunicato ufficiale, la Casa ha dichiarato:

Poiché la carenza di semiconduttori non si arresta, questa è una misura provvisoria volta a fornire auto ai clienti il più rapidamente possibile. Per quanto riguarda la seconda chiave intelligente, prevediamo di consegnarla non appena sarà pronta.

Si tratta di un problema ricorrente in diversi brand. Secondo voci vicine alle aziende - ma non ufficiali e non confermate - tra questi ci sarebbero anche i tedeschi, che ormai da alcuni mesi evaderebbero gli ordini con la seconda chiave fisica, il famoso passepartout di acciaio. Un problema non recente per Audi e BMW, con quest'ultima che nel corso del 2021 aveva rimosso, per un breve periodo, la sua Digital Key dagli optional acquistabili in fase d'ordine.

Audi RS 3 performance edition
BMW M2 del 2023 con componenti M Performance

Non tutti hanno fiducia

Al momento tra i pochi Gruppi mondiali a essere piuttosto fiduciosi in una risoluzioni dei problemi in breve tempo c'è, però, Stellantis. In un'intervista ad Autocar, Carlos Tavares nei giorni scorsi ha esposto con alcuni numeri la situazione del Gruppo, affermando che secondo alcune statistiche interne, la crisi dovrebbe terminare definitivamente entro la fine del 2023, consentendo così di tornare ai ritmi produttivi standard.

Abbiamo un numero limitato di fornitori che stanno causando problemi - diciamo due o tre - e stiamo cercando di spingerli a migliorare. Entro la fine del 2023 il problema sarà risolto. Questo è ciò che stimiamo, dato l'attuale tasso di miglioramento. Dipenderà molto dalla domanda del mercato, ma questa è la nostra stima.

Sull'altro piatto della bilancia, altri colossi come Volkswagen vedono all'orizzonte un futuro meno certo. In un'altra intervista rilasciata ad Automotive News Murat Aksel, responsabile dell'ufficio acquisti del Gruppo tedesco, ha ribadito l'impegno di tutti i brand per risolvere il problema, nel minor tempo possibile. Secondo il manager, tuttavia, ipotizzare una data per la fine della crisi oggi è pressoché impossibile.

Non parlavamo mai con gli operatori minerari, ora conosciamo il loro modello di business. Non è più sufficiente fare affidamento sui fornitori di livello 1, dobbiamo guardare dietro le loro "tende" da soli.