Anche se l'attenzione del mondo da qualche tempo sembra essere rivolta unicamente alla CO2 e alla sua responsabilità nel cambiamento climatico, le sostanze inquinanti emesse dai veicoli non si limitano certo all'anidride carbonica. E se pensiamo che anche il problema delle polveri sottili si risolva facilmente con il passaggio alla propulsione elettrica, purtroppo ci sbagliamo.
Certo, particolato e idrocarburi incombusti sono prodotti in prevalenza bruciando i derivati del petrolio nei motori, ma le auto generano sostanze inquinanti anche in altri modi, ad esempio con il consumo di materiali di attrito come freni e penumatici. Un aspetto, questo, che torna a coinvolgere anche quelle elettriche.
Un filtro per le ruote
Per rendere l'aria nelle città veramente salubre occorrerebbe quindi eliminare non soltanto i motori a combustione interna, o quantomeno il tipo di carburante che impiegano, ma anche evitare che le particelle disperse con l'usura di gomme e freni si diffondano nell'aria.
Per farlo, sono già allo studio alcuni filtri in grado di catturarle già al momento del distacco. Tempo fa, alcuni studenti universitari hanno presentato un dispositivo da applicare dietro ogni ruota capace di recuperare grazie all'elettricità statica questo materiale invisibile.

Di recente l'idea è stata ripresa e sviluppata più in grande dalla DLR, l’agenzia aerospaziale tedesca, in collaborazione con l'azienda automotive HWA, che pare aver trovato la soluzione per azzerare davvero le emissioni complessive.
I due partner, finanziati dal Ministero dell’Economia, del Lavoro e del Turismo dello stato del Baden Wurttemberg con 6 milioni di euro, hanno realizzato un veicolo dimostrativo chiamato Zero Emission Drive Unit-1 (ZEDU-1), dotato di un sistema che impedisce la diffusione di qualsiasi particella inquinante durante il funzionamento.
Lo fa "incapsulando" letteralmente le ruote con una copertura che include particolari serbatoi di raccolta delle polveri sottili provenienti da dischi, pastiglie e pneumatici. Secondo lo studio alla base del progetto, nella sola Germania in un anno si producono circa 110.000 tonnellate di polveri sottili che finiscono nel sistema fognario e poi nell’ambiente. Al di là dell'aspetto avveniristico del prototipo, le soluzioni tecniche adottate sono annunciate come facilmente adottabili su auto e veicoli commerciali di futura produzione.
Pulizia "reciproca"
Anche Audi ha sviluppato una tecnologia simile: nel suo caso, si tratta di un filtro sistemato nella parte frontale dell'auto che cattura le particelle già presenti nell'aria. Secondo la Casa, che ha stabilito una sperimentazione di quattro ani e prevede di poterlo mettere in produzione, è in grado di ripulire le polveri emesse da altre 3 vetture.