Occhi puntati su Bruxelles. Sarà forse il Consiglio europeo del 23 e 24 marzo a decidere il futuro dell’auto in Europa. La capitale belga è infatti teatro di un nuovo faccia a faccia tra Ursula von der Leyen (presidente della Commissione Ue) e Olaf Scholz (cancelliere tedesco).
Al centro del tavolo, lo stop alle auto benzina e diesel dal 2035, contestato dalla Germania e non solo. Le parti si avvicinano, perché Berlino chiede una deroga sugli e-fuels più concreta di quella attuale (e solo eventuale, da far scattare nel 2026), mentre l’esecutivo europeo si dice aperto al dialogo. Ma è Scholz in persona a sganciare la bomba, entrando nel Palazzo Europa di Bruxelles.
“C’è già il consenso in Ue. Ora bisogna solo trovare il modo giusto e pratico per attuare questa promessa che la Commissione ha fatto molto tempo fa. L’idea è che venga presentata una proposta per garantire la registrazione dei veicoli alimentati esclusivamente da e-fuels anche dopo il 2035. Se ho capito bene, i colloqui fra la Commissione e il ministro responsabile sono sulla buona strada”.
Cosa era successo
Parole molto distensive, che aggiornano sul quadro emerso nei giorni precedenti. Era stata l’agenzia Reuters a lanciare l’indiscrezione, parlando di un piano Ue per andare incontro alle richieste della Germania. Proposta rispedita però al mittente, per preparare una controfferta. Adesso, però, il cancelliere tedesco assicura: le novità sono alle porte.
L'ipotesi e-fuels è sempre più concreta
Solo e-fuels, non biocarburanti
Qualche dettaglio in più arriva poi da Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue, che sottolinea: Europa e Germania non stanno riscrivendo tutto il dossier auto sul 2035, ma solo specificando come trovare spazio per i carburanti sintetici. Si tratta – come accennato – di una situazione già prevista dall’esecutivo Ue, ma che avrebbe bisogno di qualche specifica:
“Stiamo parlando nel quadro dell’accordo, non lo stiamo allargando. C’è un ‘considerando’ sui carburanti sintetici. Tutto quello che stiamo facendo è essere più espliciti su quale sia il suo significato riguardo ai carburanti sintetici. Qualsiasi altra cosa riaprirebbe l’intero accordo. E non è quello che stiamo facendo.
Ci sono già le maggioranze nel Parlamento europeo e nel Consiglio dell’Ue. La Commissione sta quindi trattando con la Germania, che ha chiesto di precisare meglio il contenuto del considerando sui carburanti sintetici. Altri argomenti non sono citati dal ‘considerando’, come i biocarburanti”.
L’Italia non ci sta
Dichiarazioni che non fanno certo piacere a Giorgia Meloni, volata a Bruxelles per fare da portavoce a un’istanza ben precisa: l’auto di domani dovrà essere non solo elettrica o alimentata da e-fuels, ma anche spinta dai biocarburanti.
Pare però che Timmermans escluda questa soluzione. La premier proverà comunque a fare leva su Von der Leyen, chiarendo che il compromesso con la Germania sarebbe “svantaggioso” per l’Italia, proprio perché escluderebbe i biofuel.
“Noi – sono le frasi della presidente del Consiglio – continuiamo a ribadire che, fermi restando i condivisibili obiettivi della transizione, non riteniamo giusto che l’Unione si occupi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivarci. Anche perché ci sono delle soluzioni sulle quali l’Italia e l’Europa sono potenzialmente all’avanguardia (per esempio il biodiesel Eni, ndr).
Perciò, rispetto a un’ipotesi di questo tipo, legarsi a tecnologie che invece sono detenute da Nazioni esterne all’Unione è, secondo me, una scelta che non favorisce la competitività del nostro sistema. Mi pare una tesi di buon senso e quindi confidiamo che possa passare anche per quello che riguarda i biocarburanti”.