Lavare l'auto per qualcuno è un'operazione zen, del tempo speso per prendersi cura del proprio veicolo senza che il mondo possa interferire. Bisogna però fare i conti con la realtà e con il tempo che spesso manca. Intanto lo sporco si accumula sulla carrozzeria e negli interni.

Le soluzioni sono due: o ci si rassegna oppure si lascia l'impellenza ad altri, senza il bisogno di recarsi all'autolavaggio. Un servizio alla base di Wash Out, azienda italiana nata nel 2016 come fornitrice di lavaggio auto a domicilio e poi divenuta sempre più ricca di offerte. Sia per i privati sia per le aziende.

Per conoscerla meglio ne abbiamo parlato con Gianmarco Glovi, Sales Manager di Wash Out.

D: Per chi ancora non vi conosce: come nasce e cos'è Wash Out?

R: Wash Out nasce nel 2016 come startup per fornire un servizio di lavaggio a domicilio waterless erogato con prodotti 100% ecologici. In primis in ottica consumer, quindi rivolto al privato (inizialmente a Milano) prenotabile tramite app proprietaria. Il cliente, una volta che ha parcheggiato l'auto, può prenotare il lavaggio nel luogo e all'orario desiderato, selezionare i diversi servizi, oggi più numerosi rispetto all'inizio, per lavaggio esterno e interno dell'auto.

Gianmarco Glovi

D: Poi come vi siete evoluti?  

Un servizio del genere ha attirato in primis l'interesse di car sharing, aziende e dealer auto e abbiamo così aperto un settore dedicato al mondo B2B. È stata una richiesta fisiologica proveniente dal mercato, perché (nel caso del car sharing) sono auto che girano per la città e deve essere ridotto al minimo il tempo di fermo. Arrivare direttamente dove è parcheggiato il veicolo è stato il primo match ideale per il nostro servizio. Dal car sharing abbiamo avuto un grosso sviluppo su tutto quello che è il mondo automotive come dealer e piattaforme logistiche, andando ben oltre il lavaggio, fino ad arrivare al servizio cambio gomme.

Wash Out

D: Come funziona l'aspetto B2B?

R: La nostra anima digitale ci ha permesso di andare dai grossi dealer e proporre il nostro servizio e tutta la parte di monitoraggio digitale per controllare tutto ciò che viene fatto, mentre prima erano attività svolte da personale interno e comportavano perdite di tempo da parte del personale. Abbiamo creato grosse ottimizzazioni innovando anche grazie al servizio digitale. Siamo entrati come "semplici" addetti al lavaggio e poi abbiamo intercettato un enorme ventaglio di necessità. Dalla rigenerazione dell'usato alla logistica, passando nella fornitura di personale formato e preparato durante i periodi di picchi di cambio gomme. 

Siamo stabili dai clienti e abbiamo dei team "residenti" nelle varie concessionarie, fino a 15 persone per realtà, così il concessionario ha la possibilità di concentrare i propri dipendenti sui servizi principali (riparazione, erogazione servizi) e noi velocizziamo i vari processi curando - ad esempio - rigenerazione usati, movimentazione auto, lavaggi e così via.

Wash Out

D: L'aspetto B2C e B2B per ora viaggiano in parallelo. Un domani alcuni servizi per le aziende potrebbero essere erogati anche per privati?

R: Il mondo B2B ha accelerato conoscenza e ricerca per individuare nuovi servizi ed è stato una palestra quali servizi offrire al privato. Sono due mondi importanti allo stesso modo. Per i privati ci sono già numerosi servizi come trattamenti nanoceramici, protettori per parabrezza, nero gomme premium. Tutto ciò che abbiamo appreso con la ricerca lo abbiamo inserito nell'app B2C. Il cambio gomme per ora è escluso ma stiamo parlando con partner e non è escluso che un domani possano arrivare nuovi servizi.

D: Il non avere una sede fisica oggi è la vostra forza. Un domani potreste però aprire delle officine?

R: L'obiettivo è continuare a espandere il raggio d'azione dei nostri servizi a domicilio. E nel mondo B2B su un numero maggiore di città rispetto a quello B2C (presente a Milano, Roma, Torino, Bologna, Firenze e Parigi). C'è stata più volte una richiesta, anche nella nostra mail di supporto, su dove i clienti possono portare il loro veicolo. Stiamo quindi parlando con partner perché avere dei punti fisici, dove erogare più servizi e anche particolari, non è da escludere.

D: Quindi nei servizi B2B siete presenti in maniera più capillare sul territorio?

R: Il mondo B2B garantisce una mole di attività più importante e ci ha dato la possibilità di diventare fornitori di grandi realtà. Così quando abbiamo clienti importanti possiamo superare i confini del B2C e anzi, il mondo dei servizi alle aziende può trainare quello per i privati.

D: Il termine più importante oggi è "sostenibilità". Nei vostri prodotti come è stata studiata?

R: Sono prodotti che esistono sul mercato da tempo. Nel car detailing il waterless è la metodologia preferita perché permette di lavare il veicolo nel dettaglio con prodotti specifici più delicati rispetto ai classici rulli. Abbiamo una continua ricerca per trovare prodotti sempre più performanti ed evoluti, naturalmente sempre ecologici. Inoltre ogni lavaggio waterless permette di risparmiare 160 litri d'acqua. 

D: Molti hanno paura che il lavaggio waterless possa rovinare la carrozzeria. Come li tranquillizziamo

R: Il waterless è una tecnica più che consolidata e viene dal mondo del detailing, quindi la cura massima per l'auto. Si può erogare un servizio di altissimo livello tutelando maggiormente la carrozzeria rispetto a un lavaggio normale. L'unico rischio è un lavoro non erogato da professionisti. Non c'è nessuna ricetta segreta se non una grande attenzione al dettaglio e formazione.

D: Qual è la prossima grande sfida di Wash Out?

R: La prima è quella di consolidamento sia per privati sia per aziende. Ci sono progetti in cantiere per diventare sempre più strategici per il mondo automotive. L'obiettivo è che nei prossimi anni la nostra attività si possa espandere, seguendo i trend che cavalchiamo da sempre: sostenibilità, attenzione sulla rigenerazione dell'usato e supporto alle flotte.