Il cartello con i prezzi medi dei carburanti potrebbe essere già un ricordo. Il Tar del Lazio accoglie infatti il ricorso dei sindacati Fegica e Figisc che chiedevano di annullare il decreto del Mimit sulle “modalità dell’obbligo di comunicazione dei prezzi praticati dagli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione”.

Parliamo del provvedimento che impone ai gestori di esporre i prezzi medi regionali (in città e fuori) e nazionali (in autostrada) di benzina e diesel all’interno delle stazioni di rifornimento. L’obiettivo dichiarato è combattere la speculazione e garantire più trasparenza lungo la filiera dei carburanti. Ma adesso la situazione potrebbe cambiare.

“Violate le norme procedimentali”

I ricorrenti – riportano le agenzie di stampa – sostenevano che il testo prevedesse degli obblighi “sproporzionati, ingiustamente afflittivi e irragionevoli”, creando “una ingiustificata e irragionevole disparità di trattamento a danno di una sola categoria di operatori (i distributori di carburante) in regime di libera concorrenza rispetto ad altri soggetti economici nelle medesime condizioni”, imponendo pure delle sanzioni “gravose”.

Va comunque specificato che il Tribunale dichiara illegittimo il provvedimento per motivi formali, non sostanziali. “Il decreto impugnato – spiega il Tar –, per i suoi contenuti, presenta tutti i caratteri di una fonte normativa”. Secondo i giudici, esiste quindi una “violazione delle norme procedimentali per la sua adozione”, perché, “nel caso di specie, sono mancati sia la preventiva comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri, sia il parere preventivo del Consiglio di Stato”.

Man refuelling car at petrol station

Un uomo fa rifornimento all’auto

Esultano Fegica e Figisc, che parlano per bocca dei presidenti Roberto Di Vincenzo e Bruno Bearzi: “C’è grandissima soddisfazione nel salutare la pronuncia del Tar del Lazio che accoglie il nostro ricorso e dichiara illegittimo il decreto del ministro Urso sui cosiddetti cartelli dei prezzi medi dei carburanti”. 

“Adesso il Governo è chiamato ad affrontare con la necessaria serietà le questioni urgenti e reali che la categoria dei gestori ha finora provato inutilmente a proporre all’attenzione di un ministro, per il momento ancora distratto dalle esigenze della propaganda”.

Il Mimit va in appello

Ma il Mimit non ci sta e annuncia che la battaglia legale proseguirà: “Il ministero delle Imprese e del Made in Italy – si legge in una nota – ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato di proporre immediato appello al Consiglio di Stato con richiesta di sospensione degli effetti della sentenza del Tar del Lazio”.

“La decisione del Tar – continua – si limita ad affrontare questioni procedurali e non pone in dubbio la sussistenza dell’obbligo previsto dalla legge in ordine all’esposizione del cartello.

La norma sull’esposizione del prezzo medio regionale dei carburanti ha ampiamente dimostrato la sua efficacia, nonostante le turbolenze geopolitiche, come dimostrato dalla continua e progressiva discesa dei prezzi che si protrae da oltre un mese, che oggi si attestano a € 1.827/litro per il gasolio e a € 1.838/litro per la benzina. Valutazioni in calo di circa 10 cent/€ rispetto a quelle del 10 ottobre scorso.

In questi mesi, in Italia il prezzo industriale di benzina e gasolio è stato inferiore a quello degli altri grandi Paesi europei e il margine lordo di distribuzione non ha subito i picchi visti nello scorso anno, a piena tutela quindi dei diritti dei consumatori e degli stessi operatori del servizio”.