Da fabbrica del mondo a nemico numero uno. Di questi tempi la Cina è sotto l'occhio di numerosi governi, intenti a porre un freno all'esportazione di auto a buon mercato da parte del colosso orientale. E non solo.
Secondo quanto riportato dalla Reuters infatti nelle prossime settimane il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti potrebbe proporre di vietare l'uso di software di derivazione cinese nei veicoli a guida semi autonoma e connessi.
Questione di sicurezza (nazionale)
Al centro del contendere non ci sarebbe l'affidabilità dei software in termini di capacità di guidare in autonomia le auto, ma della privacy degli automobilisti e della raccolta dati da parte di aziende cinesi. Tirando in ballo la sicurezza nazionale.
Per questo l'amministrazione Biden sarebbe intenzionata a varare la nuova norma nella quale si vieterebbero sia l'uso di software della Repubblica Popolare per gestire auto con guida assistita di Livello 3, bloccando quindi di conseguenza test su strada di prototipi, sia moduli per la comunicazione tra veicoli.
A tal proposito lo scorso 31 luglio negli USA si è tenuto un incontro, organizzato dalla Casa Bianca e dal Dipartimento di Stato, nel quale sono intervenuti vari funzionari governativi provenienti da numerosi Stati come Australia, Canada, Corea del Sud, Germania, Unione Europea, Giappone, India e Regno Unito per "affrontare congiuntamente i rischi per la sicurezza nazionale associati ai veicoli connessi".
Di tutta risposta, come riportato dalla Reuters, un portavoce dell'ambasciata cinese a Washington ha commentato le anticipazioni dicendo "La Cina esorta gli Stati Uniti a rispettare seriamente i principi di mercato e le regole del commercio internazionale, creando condizioni di parità per le aziende di tutti i paesi. La Cina difenderà fermamente i suoi legittimi diritti e interessi".