La Cina aspetta. Aspetta che gli Stati membri dell’Unione europea votino per approvare in via definitiva (o bocciare) i nuovi dazi sulle importazioni di auto elettriche made in China, che la Commissione dell’Ue ha portato fino al 46,3% (36,3% + 10%) con l’accusa di dumping industriale.

Ma, nell’attesa, Pechino non resta ferma a guardare e valuta eventuali contromisure. Dopo aver avviato un’indagine antisovvenzioni su latticini e carni esportati dal Vecchio Continente, il Paese incontra costruttori e associazioni locali per discutere un innalzamento delle tariffe sulle grandi auto a benzina europee.

Italia e Germania i più penalizzati

L’annuncio arriva dal ministero del Commercio cinese, che riferisce di aver “ascoltato le opinioni e i suggerimenti dell’industria, degli esperti e degli studiosi sull’aumento dei dazi di importazione sulle auto alimentate a carburante con motori di grande cilindrata”.

Ferrari 296 GTB

Il volante della Ferrari 296 GTB

Una mossa che, se confermata, rappresenterebbe il vero inizio di una guerra commerciarle fra Europa e Cina e che penalizzerebbero soprattutto Paesi come Italia e Germania, che vantano marchi di lusso e premium quali Ferrari, Lamborghini, Maserati, Porsche, BMW e Mercedes. Scrive infatti Automotive News Europe che l’export tedesco di questi motori verso il Dragone vale quasi 1,1 miliardi di euro (dato del 2023).

I prossimi passi

E adesso cosa succede? La Commissione europea raccoglierà i commenti delle Case cinesi colpite dalle nuove tariffe fino al 30 agosto e, superata questa fase, presenterà una proposta finale agli Stati membri, chiamati ad approvarla o respingerla esprimendosi in modo vincolante e a maggioranza qualificata.

La procedura dovrebbe concludersi tra fine ottobre e inizio novembre, coi dazi che resterebbero in vigore per 5 anni, “prorogabili su richiesta motivata” e non retroattivi.