Della serie “non ci sono più scuse”. Si può riassumere così la Volkswagen Golf TGI BlueMotion, perché essendo la versione a metano dell’auto più venduta in Europa - e quindi la più diffusa, la più “normale” se volete - può davvero essere presa in considerazione come alternativa ad una macchina a benzina, diesel o anche ibrida da chi, finora, ad un’auto a gas non ha nemmeno mai pensato. Certo, la “normalità” nell’utilizzo quotidiano di una vettura alimentata a metano dipende soprattutto dalla vicinanza dei distributori, ed è anche vero che sul mercato ci sono già altri modelli in cui le bombole sono perfettamente integrate nel pianale e con un motore ottimizzato per funzionare a gas. Ma a parte il controllo obbligatorio delle bombole ogni 4 anni (effettuabile con la normale revisione quadriennale del veicolo), questa Golf si usa davvero senza dover prestare particolari attenzioni, proponendosi come la macchina a metano per eccellenza: sufficientemente grande, potente, economica e “prestigiosa” (come marchio) per soddisfare i gusti di tutti. Spendendo realisticamente 5 euro ogni 100 km.

SEMBRA ANCOR PIÙ ECOLOGICA

A guardarla da dietro, la Golf TGI sembra un’auto elettrica perché… non ha la marmitta! O meglio, il terminale di scarico c’è, ma è posizionato davanti alle ruote posteriori, per lasciare spazio alle due bombole di metano da 15 kg di capacità. Il serbatoio della benzina è rimasto di 50 litri, e infatti il bagagliaio è più piccolo di una Golf “normale” (291 litri contro 380 di capacità minima), ma è comunque più grande rispetto alla “cugina” Seat Leon TGI (275 litri), protagonista di questa video-prova. Al posto della ruota (o ruotino) di scorta c’è un kit di gonfiaggio, mentre lo spazio per chi siede dietro è rimasto lo stesso, e cioè buono per una compatta di segmento C. La Golf a gas è anche a tutti gli effetti una versione BlueMotion, ottimizzata cioè per ridurre i consumi. La calandra sigillata migliora l’aerodinamica, così come i profili attorno al lunotto che riducono le turbolenze, e le ruote sono da 16” con gomme a basso attrito per minimizzare la resistenza al rotolamento.

VUOL FAR LA PRECISA

Dentro la Golf a gas è sempre la stessa, perché la trasformazione a metano è stata integrata anche per quel che riguarda la strumentazione. Nei quadranti c’è il doppio indicatore del livello dei due carburanti nei serbatoi e la stima di autonomia complessiva, a metano e a benzina. E nel computer di bordo (così come nell’infotainment) i dati di consumo sono espressi in kg/100 km, per potersi fare i conti in tasca con la stessa unità di misura che si trova nelle stazioni di servizio. Che fra l’altro sono messe in evidenza dal navigatore (optional, nel caso dell'impianto Discover Pro dell’esemplare in prova). Fra i vari menu dei quadranti, inoltre, c’è una schermata che visualizza la “qualità del gas” in percentuale (da 100% a scendere): un dato su cui la logica di controllo elettronica del motore si basa per decidere (all’avviamento) quando commutare da benzina a metano. Il funzionamento è automatico, non c’è un pulsante che permette al guidatore di scegliere, per cui si viaggia a benzina solo quando finisce il gas.

RILASSANTE E CONSISTENTE

Il passaggio fra i due carburanti, poi, avviene senza che che ci si accorga di nulla. Così come guidando non si avvertono i circa 65 kg in più delle bombole: l’assetto da 16” è molto equilibrato, se la cava bene anche quando si alza il ritmo, pur considerando che le sospensioni sono morbide e assorbono bene le irregolarità. Lo sterzo è in sintonia con questa impostazione - morbido, “rotondo”, non particolarmente rapido - e il cambio è da riferimento, come su altre compatte del gruppo Volkswagen, perché la leva è scorrevole e gli innesti corti e precisi. Il motore, dal canto suo, è super regolare e fluido. È Euro 6 e manca un po’ di prestazioni solo in salita o a pieno carico, ma i 110 CV e 200 Nm di coppia a 1.500 giri sono disponibili in basso e rendono la guida piacevole e simile a quello che può offrire un 1.6 turbodiesel. Curata l’insonorizzazione dell’abitacolo e sempre bassi i consumi, visto che nel corso del test drive la media è stata di poco superiore ai 5 kg/100 km, che tradotto in soldi fanno circa 5 euro ogni 100 km.

ECCO PERCHÉ NON È DIVERSA

La Volkswagen Golf TGI è un’auto a gas paragonabile ad una a benzina o a gasolio anche per quel che riguarda il listino, che parte da 21.300 euro e che scende a 19.400 euro con l’Ecobonus Volkswagen (che fa seguito all’offerta di lancio da 18.500 euro). Oltre che per il prezzo, non così lontano dalle altre alimentazioni, la gamma della Golf a metano non si differenzia troppo nemmeno in termini di allestimenti e dotazioni. Aggiungendo 2.250 euro alla versione d’accesso Trendline si arriva così ai 23.550 euro della Comfortline, che può anche essere ordinata con cambio automatico doppia-frizione DSG a 25.450 euro (con cui le emissioni di CO2 scendono da 94 a 92 g/km). Per la più ricca Highline ci vogliono 24.800 euro, che diventano 26.700 per la variante DSG. E tutte quante, come accennato, sono versioni BlueMotion, per risultare fra le prime nella classifica delle auto che fanno più chilometri con 1 euro.

Fotogallery: Volkswagen Golf a metano: prezzo promo da 18.500 euro