Da anni ormai, ogni venerdì, Fabio Gemelli parte dalla redazione di Motor1.com Italia (e OmniAuto.it) e si dirige verso Forlì, sempre a bordo di un’auto differente. No, non è (o almeno, non ci ha mai detto di esserlo) multimiliardario, più semplicemente è il nostro super esperto di consumi ed economy run e sui 360 km che lo separano da casa mette alla prova l’efficienza dei modelli più recenti, pubblicando (ogni mercoledì) i risultati col suo Roma – Forlì.
Un’abitudine che sta contaminando anche le altre redazioni di Motor1.com sparse per il mondo e che ha spinto i colleghi russi a farsi una domanda:
“Fino a che punto le moderne auto elettriche sono in grado di trasportarvi nella dura realtà dell"inverno russo?”
Per rispondere hanno dato vita a un viaggio, rigorosamente a emissioni zero, tra San Pietroburgo a Mosca a bordo della Jaguar I-Pace.

Dati reali
Prima di partire i nostri colleghi russi hanno guardato il super test di consumi delle auto elettriche che abbiamo pubblicato qualche mese fa, scoprendo che la Jaguar i-Pace è ben distante dai 470 km promessi, assestandosi su 315 km di autonomia.
“Davvero, comprando una nuova Jaguar i-Pace, ci stiamo privando della possibilità di compiere lunghi viaggi? In Italia, con le stazioni di ricarica sparse qua e là e una distanza di appena 1.170 km da nord a sud e 230 km da ovest a est (nella parte centrale) il problema forse non si pone. Ma cosa succede in Russia, dove il SUV elettrico viene venduto ufficialmente dall"anno scorso?”
“La lunghezza del paese da nord a sud è di circa 4.000 km, e da ovest a est è di circa 10.000 km. Così Abbiamo deciso di scoprire le reali possibilità della Jaguar I-Pace in un viaggio tra le due capitali nel momento più sfavorevole per le auto elettriche. Abbiamo dovuto percorrere quasi 700 km da San Pietroburgo a Mosca, circondati da boschi innevati e campi a temperature sotto lo zero”.

Chi va piano…
Per evitare brutti scherzi dovuti alla stanchezza i colleghi russi non hanno fatto tutta una tirata tra le 2 metropoli, ma hanno fatto una sosta notturna a metà strada, approfittandone per ricaricare le batterie. Batterie che, con una temperatura che viaggiava tra i -3° e -8°, segnavano 289 km di autonomia con carica al 100%.
Autonomia che ha costretto i nostri colleghi ad effettuare 2 ulteriori soste intermedie per “fare il pieno”in stazioni di ricarica Shell (con costo di 9 rubli, ovvero 0,12 centesimi di euro al km/h) con colonnine da 50 kilowatt, che hanno richiesto un’ora e mezza ciascuna per ottenere ricaricare le batterie all"80%. Sufficiente per avere circa 240 km di autonomia.
“Così, dopo aver effettuato circa 2 cariche e mezzo (225 kW/h) per l"intero viaggio, abbiamo speso un totale di 2.025 rubli (27,73 euro) per l"energia elettrica”.
Un costo inferiore di una volta rispetto a quanto si sarebbe speso con una normale auto a benzina con un consumo medio di 10 litri ogni 100 km.

“Vale la pena notare che l’autonomia di qualsiasi veicolo elettrico, come la Jaguar I-Pace, dipende da un gran numero di fattori. Tra questi: temperatura esterna, umidità dell"aria, carico macchina, stile di guida etc... Il SUV elettrico potrebbe tenere testa a tante auto sportive attualmente sul mercato, ma per sfruttarla al meglio è più saggio viaggiare a velocità costante tra i 90 e i 110 km/h, evitando brusche accelerazioni”.
Difficile arrivare a zero
Consigli che i nostri colleghi hanno seguito ma che non hanno evitato che ogni tanto venissero colti dalla cosiddetta “range anxiety”, ovvero la paura di non riuscire ad arrivare a destinazione con la carica residua. Ma, come sottolineato dalla stessa Jaguar, è praticamente impossibile scaricare completamente la batteria della i-Pace.
“L’auto mantiene sempre fino al 20% della carica, così da salvaguardare la salute delle batterie, anche se il computer di bordo segnala 0 km di autonomia. Se questa raggiunge il 10% il sistema avverte il guidatore di recarsi a una stazione di ricarica. In casi estremi poi si attiva la modalità "soccorso", che spegne infotainment e riscaldamento, per garantire una percorrenza ancora maggiore”.
Per loro fortuna i nostri colleghi non hanno mai dovuto toccare con mano gli effetti di tale modalità.

In conclusione
Con tutti i più grandi gruppi automobilistici mondiali intenti a elettrificare le proprie gamme, andando verso un futuro che farà sempre più a meno di motori endotermici, la questione autonomia diventa sempre più spinosa. Batterie più capienti, capaci di garantire percorrenze simili ad auto normali, sono però solo un primo passo.
Stazioni di ricarica veloci diventano il vero fulcro per la mobilità elettrica che non può rimanere confinata nelle città ma, come dimostrato dai nostri colleghi russi (e non solo), deve permettere di percorrere lunghe distanze in tempi ragionevoli e senza che la paura di non farcela prenda il sopravvento.