I numeri di telefono a pagamento a carico degli automobilisti rappresentano una piaga per chi guida. Non si tratta di un truffa: non c’è una società che promette un numero gratuito, per poi farlo pagare. Non esiste, per capirsi, un numero “nero” (ossia a pagamento) che viene spacciato per “verde” (cioè gratuito). Nessun trabocchetto, niente inganno, ma solo il rischio di ritrovarsi in bolletta un costo aggiuntivo che non ci si attendeva. E se la quantità di telefonate a quello specifico numero è elevata, magari per una momentanea esigenza e per un’emergenza temporanea, la stangata sulla bolletta telefonica è dietro l’angolo. Ecco perché la mini-guida in basso può risultare utile a protezione del proprio portafogli e per evitare (una volta letta la bolletta) spiacevoli discussioni col titolare del numero a pagamento.

Tris di cautele

#1. Incidente da denunciare. L’Ivass (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) è intervenuto su alcune compagnie per la questione numeri a pagamento. Hanno attivato servizi di assistenza telefonica alla clientela a tariffe maggiorate: prefisso 199. Alcuni assicurati, per ottenere informazioni sui sinistri, dovevano comporre numeri telefonici a tariffe superiori alle ordinarie. L’intervento ha fatto sì che ben cinque imprese di assicurazione e i loro partner bancari abbiano sostituito i numeri a pagamento con numeri verdi. D’altronde, è la normativa a dirlo: la Legge Concorrenza 124/2017 (articolo 1, comma 130) impone agli istituti bancari e alle imprese di assicurazione di garantire l’accesso ai servizi di assistenza alla clientela a costi non superiori rispetto alla tariffa ordinaria urbana. Pertanto, occhio: se il numero è un 199, non è verde, ma si paga.

#2. Che cosa fare se il 199 c’è ancora. Se, nonostante la Legge Concorrenza e il richiamo Ivass, qualche compagnia ha ancora il 199 per la denuncia dell’incidente, è ovvio che l’automobilista si trova costretto a comporre quel numero: email o l’antiquato fax non danno l’immediata certezza che la denuncia di sinistro venga letta. Analogamente, può darsi che l’incidente accada di sera, con gli uffici chiusi, e che sia impossibile farne denuncia in agenzia (sempreché l’agenzia esista e non si tratti di una compagnia online che opera senza agenti in ufficio). In questo caso, alla prima occasione buona, non resta che cambiare assicurazione. Poi, si segnali il tutto al numero verde Ivass 800 486661 o alla casella PEC tutela.consumatore@pec.ivass.it. Infine, si chieda il rimborso di quanto pagato nella telefonata o nelle numerose telefonate al 199.

#3. Patente: non è un numero verde. Chi digita in un motore di ricerca online “patente numero verde” (o qualcosa di simile) si imbatte in alcuni siti che danno un’informazione sbagliata: è una fake news. Parecchio vecchia, nata nel 2004, poco dopo l’avvento della patente a punti nel luglio 2003. In realtà, il numero 848 782782 non è un numero verde: vi si accede da telefono fisso al costo di una telefonata urbana (il servizio non è attivo per le chiamate da telefono cellulare). Una segreteria telefonica guida alla digitazione sulla tastiera: fornisce in automatico la situazione-punti. Oppure, in alternativa, si può consultare il Portale dell'automobilista, sito del ministero dei Trasporti.

Numeri gratuiti in caso di emergenza

È prezioso anche sapere i numeri da comporre in caso di emergenza in auto. Per l’ambulanza il 118, per la Polizia il 113, mentre per i Vigili del fuoco il 115. Quello generale è il 112: da tutta l'Europa, componendo il 112 sia da numeri fissi sia da smartphone, si viene messi in comunicazione con un servizio di emergenza, con operatori multilingue in grado di gestire la chiamata. Gli altri numeri sono disponibile sul sito www.carabinieri.it del ministero della Difesa.