Elettrica, globale ed emozionante. Sono i tre aggettivi con cui Opel definisce la sua gamma di domani. Ed è un domani prossimo perché secondo i piani della Casa l’elettrificazione, che prenderà il via il prossimo anno, entro la fine del 2020 avrà già coinvolto quattro linee di modelli mentre per il 2024 tutte le vetture a listino avranno almeno una variante ibrida o full electric. Quasi un destino segnato, potremmo dire con un po’ d’ironia, per un marchio che da oltre cent’anni ha al centro del logo proprio una saetta…
Diverse a seconda dell’uso
L’utilizzo dell’elettricità sarà differenziato da modello a modello secondo dimensioni, segmento di appartenenza e di conseguenza, impiego. Per i modelli compatti e superiori, destinati agli spostamenti a medio-lungo raggio, è in arrivo l’ibrido plug-in, quello con batterie ricaricabili anche alla spina, che debutterà già il prossimo anno con la Grandland X PHEV portando in dote anche la trazione integrale grazie alla propulsione elettrica sulle ruote posteriori. Niente ibrido ma direttamente elettrico “puro” per le più piccole e urbane, a partire dalla nuova Corsa attesa per il 2020 che offrirà da subito questa variante. Gli altri modelli saranno annunciati più avanti.
Sinergie preziose
L’arrivo in PSA ha portato indubbi vantaggi a Opel che può sfruttare le moderne e flessibili piattaforme modulari del gruppo francese già predisposte per l’elettrificazione. Per la Casa tedesca questo consente una razionalizzazione non da poco di strutture, risorse e tecnologie. Basti pensare che l’attuale gamma Opel conta complessivamente 13 modelli realizzati su ben 9 piattaforme differenti e attinge da 10 diverse famiglie di motori e 12 trasmissioni in 47 diverse combinazioni. Una volta completato il rinnovamento, Opel arriverà ad avere il doppio dei modelli, ossia 26, ottenuti però da 2 sole piattaforme modulari (la nuova CMP destinata a utilitarie e compatte e la EMP2 su cui già nascono la stessa Grandland X e Combo Life, per i modelli medio-compatti e superiori) e appena 4 famiglie di motori e trasmissioni. Con le varianti elettriche e ibride che saranno costruite sulle stesse linee di produzione delle versioni tradizionali a riprova della flessibilità dell’intero sistema.
Più “tedesche” che mai
Il tutto permetterà di risparmiare su sviluppo e produzione (le piattaforme rappresentano il 60% del costo materiale di ciascuna vettura) e aumentare la redditività, consolidando il marchio Opel e ponendo le basi per la sua espansione al di fuori dell’Europa. Mantenendo, almeno questa è la promessa, l’identità della marca e la sua “germanicità” con design e interfaccia utente personalizzate e specifiche messe a punto del telaio e della meccanica tese a regalare una guida più emozionante. Una caratteristica questa che, ad essere sinceri, manca un po’ alle ultime vetture della folgore, in generale valide sotto l’aspetto del comfort e dell’efficienza energetica ma tutte con una guida molto “filtrata” che finisce per trasmettere poco feeling.