Il principale “nemico” dell’auto elettrica è l’autonomia limitata e soprattutto, irregolare. Le EV, infatti risentono molto più di quelle tradizionali di variabili come lo stile di guida e le condizioni ambientali, un po’ perché le prestazioni stesse delle batterie possono essere compromesse da temperature troppo alte o troppo basse, in parte perché climatizzare l’abitacolo assorbe molta più energia qui che su veicolo a motore endotermico.
Per questo, i vademecum della guida elettrica raccomandano già di usare il climatizzatore con attenzione e alcuni modelli dispongono di programmi specifici di risparmio che tuttavia, finiscono per limitarne l’efficacia. Come rimediare?
Fino al 15% in meno
La quantità di energia che si rischia di disperdere su un’auto che ha la batteria come unica risorsa è variabile ma ha comunque un peso consistente nell’economia della marcia. Secondo un esperimento del Touring Club Svizzero, che qualche anno fa ha testato una serie di vetture elettriche come smart EQ e Nissan Leaf confrontandole con una Volkswagen Polo a gasolio, a una temperatura esterna di 30° l’uso del climatizzatore riduce l’autonomia massima di ognuna di un buon 15%.

Un dato ovviamente molto più critico per le elettriche con meno di 200 km di autonomia che se ne vedevano così scivolare via circa una trentina. All’opposto, ossia quando fuori ci sono anche solo 10° e occorre riscaldare l’abitacolo, un’auto con motore endotermico può attingere dal vano motore il calore prodotto dal motore stesso mentre l’elettrica ha bisogno di un riscaldatore. Dunque, -15% di percorrenza anche qui. Mentre se le condizioni si fanno più estreme, il sacrificio può arrivare tranquillamente a superare il 25%.
Quali rimedi?
Per ovviare al problema, negli ultimi anni sono state avviate diverse ricerche: una delle più interessanti è il progetto Jospel, promosso dall’Unione Europea, che cerca la soluzione negli stessi sistemi elettrici sfruttando due fenomeni che si verificano nei circuiti. Si chiamano effetto Joule ed effetto Peltier, e definiscono uno la trasformazione dell’energia elettrica in energia termica e l’altro la tendenza dei circuiti composti da metalli differenti a riscaldarsi in alcune parti e raffreddarsi in altre.
Sfruttando a dovere questi principi e le differenze di temperatura che generano, l’equipe di ricerca avrebbe ottenuto sistemi di condizionamento dell’aria capaci di consumare fino al 30% di energia in meno
Land Rover punta sull’isolamento
Dal momento che l’efficienza energetica è un obiettivo comune a tutte le auto e non soltanto a quelle elettriche, anche i costruttori sono al lavoro per ottenere un comfort di bordo che consumi meno risorse. Land Rover, nel 2015 ha presentato uno studio basato, più che sulla climatizzazione interna, sulla protezione dell’abitacolo da fenomeni esterni.
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Lo ha fatto con speciali pannelli in grado di filtrare i raggi infrarossi lasciando penetrare all’interno solo la quantità di calore desiderata, e superfici porose dei sedili studiate per favorire lo scambio termico, creando una sorta di bolla d’aria nell’abitacolo con speciali filtri a garantire l’ossigenazione e la protezione da gas tossici e polveri sottili.
L’Energy Concept di Ford
In occasione dell’evento Go Further di aprile, Ford ha presentato Transit Smart Energy Concept, un minibus 10 posti a trazione elettrica dotato di soluzioni per limitare l’uso di riscaldamento e climatizzatore che, su un mezzo di questo tipo, può compromettere anche del 50% l’autonomia elettrica. Oltre ad una coibentazione più accurata, adotta una pompa di calore che recupera energia termica anche dall’attrito dei componenti meccanici.

Inoltre, partendo dall’idea che sia più efficace riscaldare direttamente i passeggeri piuttosto che farlo tramite il volume d’aria nell’abitacolo, offre sedili riscaldati regolabili individualmente. L’ultimo stratagemma è la suggestione creata tramite le luci: l’illuminazione con lampadine blu o rosse richiama alla mente la sensazione del calore o della frescura, riuscendo a condizionare parzialmente la percezione della temperatura reale e amplificando il senso di benessere.
Secondo Ford, queste tecnologie consentirebbero di limitare anche del 65% l’utilizzo del sistema di condizionamento e recuperare fino al 30% di energia, permettendo al veicolo di ottenere un’autonomia di 150 km con una ricarica di sole 4 ore.