Riuscite a immaginare una BMW che non abbia al vertice della gamma un modello "M"? Oggi no, perché praticamente ogni vettura della Casa di Monaco, con davvero pochissime eccezioni, ha in listino una variante ad alte prestazioni con la fatidica lettera sui parafanghi e in coda. Tuttavia, non è stato sempre così.
La gamma performance di BMW è stata costruita con pazienza e a tappe ben scandite, privilegiando i modelli che sembrava più sensato elevare al rango di super-sportive come berline, coupé e scoperte, anche se non mancano casi di modelli rimasti clamorosamente all"asciutto, come la Serie 8 E31. In realtà, la Casa di esperimenti ne ha fatti parecchi, anche su varianti di carrozzeria totalmente inedite. Ecco cinque sogni infranti... più uno.
M3 Pickup (1986 e 2011)
La prima M "mancata" della storia è anche... l"ultima e non per caso: nell"86 il team Motorsport volle realizzare una vettura "utility" da usare per la movimentazione di materiali e componenti in quello che oggi è il quartier generale della divisione M. La scelta cadde su un esemplare di Serie 3 Cabriolet (E30) strutturalmente ideale per la trasformazione: bastò eliminare capote, baule e sedili posteriori, ricavando un vano rivestito in pannelli antiscivolo, ma senza ribaltina.
Su questa, che aveva la carrozzeria "stretta" dei modelli base, furono montate le ruote allargate della M e adattate le specifiche di assetto, mentre per il motore si utilizzò inizialmente il 2.0 da 192 CV della M3 per l"Italia e il Portogallo (che aveva cilindrata ridotta per ragioni fiscali) successivamente sostituito con il 2.3 da 200 CV offerto nel resto d"Europa. Il tettuccio in tela era smontabile.
La M3 Pickup ha prestato servizio per ben 25 anni fino a che, nel 2011, al momento di mandarla in pensione, BMW ha deciso di omaggiarla costruendo un prototipo analogo sulla base della sua pronipote, la prima e unica M3 con motore V8, (4 litri di cilindrata e 420 CV di potenza). Anche in questo caso il punto di partenza è stato il modello convertibile, la E93, provvista di tettuccio smontabile e cassone rivestito con in più la sponda ribaltabile.
M5 Cabriolet (1989)
La prima cosa a saltare all"occhio non è tanto l"allestimento M ma il fatto che la Serie 5 di terza generazione (E34) non ha mai avuto una variante cabriolet nemmeno "base".
L"esperimento in questo caso è infatti doppio, ed esplora anzitutto l"idea di una decapottabile di classe superiore, assente dai listini in quanto anche la Serie 6 ai tempi era proposta soltanto come Coupé. Il motore era lo stesso 6 cilindri in linea di 3,6 litri e 311 CV delle M5 berlina e Touring.
M8 (1990)
Forse la più clamorosa tra le occasioni mancate, perché l"imponente coupé derivata dalla Serie 7 sembrava l"auto ideale per toccare il massimo livello di performance che BMW fosse in grado di offrire. Compito non facil considerando che la E31 aveva al vertice della gamma la versione 850 CSi, con motore V12 portato a 5,6 litri e 380 CV che era comunque "figlio" del reparto Motorsport, anche se il logo M si poteva trovare soltanto sotto il cofano e non sulla carrozzeria.
La M8 costruita nel "90 in esemplare unico e poi abbandonata era però un autentico mostro: il suo V12 aveva una cilindrata di oltre 6 litri (6.064 cc), distribuzione a quattro valvole con doppi alberi a camme e una potenza che si dice superasse i 600 CV. La carrozzeria era ancora allargata, con grandi prese d"aria davanti alle ruote posteriori ma del tutto priva dei fari a scomparsa e con porte, cofani e cerchi realizzati i materiale plastico e fibra di vetro.
Con un peso inferiore ai 1.500 kg, la M8 avrebbe infranto il muro dei 300 km/h e rivaleggiato con le più veloci supercar dell"epoca, ma non ebbe mai modo di farlo. Il motore invece riuscì a dar prova di sé equipaggiando la McLaren F1, che stabilì nel "93 un primato di velocità per vetture stradali (355 km/h) rimasto imbattuto per 12 anni.
M3 Compact (1996)
Considerata la "sorella povera" della famiglia, la Compact debuttò nella gamma della Serie 3 E36 e fu per due generazioni il modello d"accesso di BMW: derivata dalla berlina, ma con sole due porte e portellone, era più pratica che sportiva, fatta eccezione per la versione di punta con motore 6 cilindri da 2,5 litri.
L"occasione del riscatto arrivò nel "96 quando, per festeggiare i 50 anni della rivista Auto Moto Und Sport, BMW realizzò una versione speciale su cui fu trapiantata la meccanica della M3 coupé, ovvero il motore 6 cilindri da 3,2 litri e 321 CV con cambio M a sei rapporti, i freni, le ruote con cerchi da 17" e pneumatici posteriori allargati, interni sportivi e pack estetico con gli inconfondibili retrovisori aerodinamici.
La cosa curiosa è che, grazie alle misure e al peso inferiore, risultava di 2 decimi più veloce della stessa coupé nello 0-100, coperto in appena 5,3 secondi. Sarà forse per questo che la Casa non diede seguito all"esperimento?
M3 Touring (2000)
A differenza della M5, la M3 non è mai stata proposta nella versione station wagon Touring. Anzi, nel caso della serie E46, quarta generazione oggi considerata da molti la più bella in assoluto in tutte le sue varianti, nemmeno la berlina ha avuto questo privilegio, lasciando campo libero a coupé e cabriolet. Eppure, a quanto pare, la Casa era lì lì per infrangere il tabù.
Alle soglie del nuovo millennio propose questa convincente concept che trasferiva la meccanica, con motore da 3.246 cc e 343 CV, e tutti gli elementi di spicco del personalissimo design delle M, dalla bombatura sul cofano alle feritoie laterali fino ai parafanghi posteriori allargati, ai quattro scarichi e ai cerchi, sulla carrozzeria familiare. A vederla oggi, è lecito pensare che non avrebbe sfigurato al cospetto della contemporanea Audi RS4 Avant.
Il jolly: la X5 Le Mans del 2000
Se escludiamo oggetti molto particolari come la Lamborghini LM002, è difficile immaginare fuoristrada capaci di essere al tempo stesso anche veloci. Ma a fine anni "90 con l"arrivo dei SUV, dai connotati più automobilistici, le cose cambiarono. Quindi, nessuno si stupì troppo quando ancora nel 2000 BMW presentò una concept a 12 cilindri basata sulla nuova X5. In fondo, se Mercedes offriva la ML in versione AMG 55, a Monaco non si poteva stare a guardare.
In realtà, la concept Le Mans portava l"effige del reparto Motorsport soltanto sotto il cofano, su un coperchio in carbonio che celava l"evoluzione dello stesso motore della già citata McLaren F1, nel frattempo sviluppato per la BMW V12 LM da endurance, ed era considerato più un omaggio che un prototipo. Infatti non ebbe seguito, anche se le varianti M, con motori V8 sovralimentati, sarebbero arrivate sulle Sport Activity di BMW dalla generazione successiva.