La notizia circolava da giorni e ora è ufficiale: Stephan Winkelmann, l'uomo che ha guidato Lamborghini da Presidente e Amministratore Delegato per ben 11 anni, dal 2005 al 2016, riprende il ruolo a partire dal prossimo 1° dicembre, mantenendo però ad interim la presidenza di Bugatti, marchio che guida dal 2018 dopo due anni a capo di Audi Sport.
La nomina, o meglio, il "richiamo" a Sant'Agata di Winkelmann arriva in un momento particolare e delicato per il marchio del Toro, che secondo altre voci sempre più insistenti i prepara ad affrontare (come anche Ducati) lo scorporo societario da Volkswagen Group nell'ambito di un complesso piano strategico dettato dalla necessità per il colosso tedesco di concentrare le risorse sui piani per l'elettrificazione.
L'uomo della svolta
Nel Curriculum di Stephan Winkelmann, (nato a Berlino nel 1964 e laureato in Scienze Politiche) ci sono numerose esperienze in vari gruppi automobilistici, la maggior parte delle quali in Italia: dopo un inizio in Mercedes-Benz, nel '94 è passato al Gruppo Fiat dove ha ricoperto ruoli di responsabile finanziario per alcuni mercati e poi Amministratore Delegato della filiale tedesca fino al 2006, anno del suo arrivo alla guida di Lamborghini dove è rimasto, appunto, fino al 2016.
A Winkelmann è riconosciuto il merito di aver dato al marchio, nel corso di quegli 11 anni, la sua attuale identità, definendo l'attuale gamma di prodotti e la strategia, fatti di sportive iconiche e modelli fuoriserie, la stressa filosofia che in questo biennio ha iniziato a trasferire anche a Bugatti, sul percorso verso la ricerca di un'identità che la Casa di Molsheim ha sempre faticato a trovare.
Soprattutto però, ha fatto fare a Lamborghini il difficile passo verso una produzione di volumi e l'ingresso nel mondo dei SUV con Urus, modello in cui ha creduto fortemente e che ha permesso alla Casa di ampliare la clientela e consolidare la presenza sul mercato senza rischiare cali di immagine o esclusività percepita.
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L'ultima figura-chiave
La cosa forse più importante è però l'aver avuto la capacità di identificarsi con il marchio, diventandone di fatto la figura di riferimento non soltanto per ruolo, una caratteristica che nell'attuale mondo dell'auto è sempre più difficile riscontrare anche nei massimi dirigenti e che invece si dimostra fondamentale, soprattutto per i brand di maggior spicco.
Di fatto, quella di Winkelmann è la figura più importante e "riconoscibile" nella storia Lamborghini dopo quella del fondatore, Ferruccio Lamborghini. Cosa che ha contribuito a rendere quasi ovvia, o per certi versi dovuta, la scelta di riportarlo a Sant'Agata, ora che il marchio si prepara a tornare indipendente, quotarsi in borsa e ristabilire i difficili equilibri anche tecnici produttivi che sul lungo periodo potrebbero non essere necessariamente ancora legati ad Audi come accaduto finora.
Lo ha sottolineato lo stesso Markus Duesmann, Chairman of the Management Board di AUDI AG, che nel salutare il ritorno del manager tedesco al timone della Casa del Toro ha dichiarato: "Stephan Winkelmann ha segnato in modo decisivo la storia di Lamborghini. Rappresenta il brand come pochi altri ed è la persona giusta per guidarlo verso un futuro di successo".
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Doppia responsabilità
“Per me è un grande onore e piacere guidare queste due aziende uniche con le loro automobili straordinarie. Non vedo l’ora di affrontare questa nuova sfida" ha detto lo stesso Winkelmann a proposto del mantenimento della contemporanea presidenza di Bugatti e promettendo di stupire con entrambi i brand.
"Se Bugatti è sinonimo delle hypercar sportive migliori, più potenti, eleganti e lussuose al mondo, Lamborghini è l’espressione iconica delle supersportive più esclusive grazie a un design e livelli di innovazione eccezionali. La vena creativa di entrambe le aziende non si è affatto esaurita: il mondo avrà certamente delle sorprese.”
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