Non sono le auto le uniche protagoniste delle nostre “Storie di Motori”. In questa nuova puntata vogliamo farvi conoscere un personaggio chiave nella storia, ma soprattutto nell'evoluzione, di un marchio come quello Alfa Romeo. Luca Dal Monte ci racconta la vicenda di Ugo Gobbato.

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Il fascismo e la guerra

Ugo Gobbato regge il timone dell’Alfa Romeo nel periodo più difficile della sua storia. Dodici anni, tra il 1933 e il 1945, in cui l’Alfa Romeo, come il resto dell’Italia, attraversa la parte più cupa della dittatura fascista.

Ugo Gobbato

Viene scelto per presiedere l’Alfa Romeo dall’IRI, l’Istituto per la Ricostruzione Industriale che è diventato proprietario dell’azienda proprio nel '33. Qualcuno dice che a volerlo nella carica di direttore generale dell’Alfa Romeo sia stato Benito Mussolini in persona.

Per diversi anni è stato il direttore dello stabilimento Fiat del Lingotto e, sempre per la Casa torinese, ha ricoperto posizioni di rilievo nella Germania della repubblica di Weimar, nella Spagna pre-franchista e addirittura nella Mosca di Stalin.

Solo italiano

Una delle prime matasse che Ugo Gobbato si trova a sbrogliare, è la decisione, indotta dal governo del Regno, di fornire le nuove vetture da corsa del Portello alla sola Scuderia Ferrari, cioè a una squadra italiana.

Il problema nasce dal fatto che, prima della decisione del governo Mussolini, l’Alfa ha venduto tre unità della sua straordinaria P3 a due piloti francesi e a uno inglese, che intendono utilizzarle nella stagione 1934. Spetta così a Gobbato risolvere la situazione prima che acquisti i contorni di un vero e proprio incidente diplomatico a livello europeo.

Ma non è una cosa semplice perché la decisione di riservare le nuove vetture alla sola Scuderia Ferrari ha forti motivazioni di carattere geo-politico e Gobbato deve far ricorso a tutta la sua abilità diplomatica, che è obiettivamente fuori dal comune.

Ugo Gobbato
Ugo Gobbato

Grandi risultati

Nel giro di cinque anni Gobbato riesce a risollevare un’azienda che, nel momento in cui era arrivato, aveva con ogni probabilità toccato il fondo.

Dando prova di grande competenza e di un senso del dovere e della responsabilità difficilmente riscontrabile altrove, riconvertendo in parte la produzione di automobili e autocarri in produzione di motori per aeroplani, assicura all’Alfa Romeo un futuro, che sarebbe stato con ogni probabilità estremamente favorevole se, sulla strada dell’azienda milanese – e naturalmente non solo sulla sua – non ci si fosse messa di mezzo la seconda guerra mondiale.

Fu proprio in quel fatidico 1939 che, nel corso di un colloquio a quattr’occhi con Henry Ford, il magnate americano pronuncia quella famosa frase che resta a futura memoria come epitaffio di una grande azienda: “Quando vedo un’Alfa Romeo,” dice Ford, “mi tolgo il cappello.”

Chi è Luca Dal Monte

Nato a Cremona, giornalista, ha ricoperto il ruolo di responsabile della comunicazione Ferrari negli Stati Uniti e, successivamente, direttore della comunicazione di Maserati dal 2005 al 2015. Luca Dal Monte è autore, tra le altre opere, di La Scuderia (2009), Ferrari Rex - Biografia di un grande uomo del Novecento (2016) e de La Congiura degli innocenti (2019).

Il nuovo racconto dello scrittore cremonese si intitola “Belli e Dannati. Vivere e morire nella Formula 1 degli anni 70” e fa parte della collana "Grandi corse su strada, pista e rallies" edita da Giunti e Giorgio Nada Editore. Il libro è già in vendita al prezzo di 24 euro.

 

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