Da anni si parla ciclicamente dell'abolizione del bollo auto, ma la realtà dei fatti è che la tassa di possesso di un veicolo rimane e rimarrà ancora per tanto tempo. Quello che potrebbe scomparire è invece il tanto odiato Superbollo, introdotto nel 2011 e al centro - tra le altre cose - della discussione in commissione Finanze di Camera e Senato.

Il balzello potrebbe (e sottolineiamo, potrebbe) scomparire assieme ad altri cosiddetti micro-prelievi che, secondo i calcoli della commissione, portano nelle casse dello stato lo 0,01% del totale, mentre a livello regionale "pesano" per lo 0,1%. Poco per giustificarli specialmente se, come nel caso del superbollo, diventano un freno ai consumi.

L'odiato superbollo

Balzelli più o meno gravosi che complicano il sistema tributario italiano portando anche difficoltà nella gestione da parte dello Stato, con la bilancia che pende quindi molto più verso i "contro". E parlando di Superbollo vengono in mente i tanti modelli più potenti che per molti automobilisti perdono di appeal proprio perché sovrattassati.

E in un periodo storico dove si vogliono favorire i consumi il Superbollo potrebbe quindi essere pronto a scomparire dopo 10 anni. Varato infatti dal Governo Berlusconi nel 2011, per poi essere ritoccato dall'esecutivo tecnico guidato da Mario Monti, il Superbollo preveda un pagamento di 20 euro per ogni kW superiore alla soglia di 185 (vale a dire 252 CV).

Tassa che si riduce ogni 5 anni dalla data di prima immatricolazione, per poi scomparire definitivamente una volta che l'auto compie 20 anni.

La (lunga?) attesa

Chiaramente è ancora presto per recitare il de profundis per il Superbollo: la commissione infatti è ancora al lavoro sul testo (attualmente di 21 pagine e in versione ben lontana dall'essere definitiva) ma dovrebbe concludere la discussione il 30 giugno, per poi atterrare sul tavolo del Governo ed essere poi presentata al Parlamento entro il 31 luglio, all'interno della Legge delega sulla riforma del fisco.

Più contro che pro

Con potenze che vanno sempre più aumentando la soglia del superbollo ha di fatto tarpato le ali non solo a esotiche supercar, come Ferrari, Lamborghini e Porsche, ma anche - e soprattutto - a modelli dal piglio sportivo (anche non troppo esagerato) per i quali il ragionamento mainstream è "Perché pagare il superbollo per...?"

Di fatto quindi il superbollo ha affossato un mercato già in difficoltà, colpito poi più duramente che mai durante la pandemia e ancora oggi in estremo affanno, con gli incentivi a fare da rimedio, senza però un ritorno ai numeri del 2019.  

Come si paga il superbollo

Nel caso in cui siate in possesso di un'auto con potenza superiore a 185 kW dovete compilare il modulo F24 "elementi identificativi”, utilizzando la vostra banca (anche online) o uffici postali. 

Per pagare si possono utilizzare varie metodologie: contanti, addebito su conto corrente, carte di credito/debito, bancomat, assegni