A febbraio 2022 le auto nuove immatricolate in Europa (EU + EFTA + UK) sono state 804.028. Questo si traduce in un ennesimo calo del 5,4% rispetto alle 850.033 vetture immatricolate nello stesso mese del 2021. Si tratta del peggior febbraio mai registrato in Europa da quando esistono queste rilevazioni. 

Questa nuova contrazione del mercato europeo è ancora una volta causata da un'insieme di fattori negativi concomitanti, la cosiddetta "tempesta perfetta" che vede sommarsi le perduranti problematiche legate alla pandemia, alla crisi nella fornitura di microchip e materie prime e ai primi effetti dell'incertezza causata dalla guerra in Ucraina.

Europa frenata anche dall'Italia

Il tonfo più pesante è, tra i mercati principali, proprio quello fatto registrare dall'Italia che con il suo -22,6% di febbraio 2022 deprime l'intero comparto continentale assieme al -13,0% della Francia.

Il bilancio dell'immatricolato mensile è stato in parte salvato dai discreti risultati di Germania (+3,2%) e Spagna (+6,6%), con il Regno Unito che arriva a registrare un'ottima crescita del 15,0%.

Tra i mercati minori spiccano il +39,2% del Portogallo e il +27,8% della Grecia, con Norvegia e Finlandia che sono gli unici Paesi a superare il calo italiano con i rispettivi -23,8% e -22,9%.

Tra i gruppi brilla solamente Hyundai

Il calo generalizzato delle consegne di auto nuove parte proprio dal gruppo più importante in Europa, con Volkswagen che registra 193.559 immatricolazioni (-11,6%) seguita da Stellantis a quota (-17,5%).

La migliore performance tra i grandi la mette a segno Hyundai che con 76.181 mette a segno un brillante +25,1% e si conferma il terzo gruppo in Europa scavalcando Renault (71.262, -3,8%).

Particolarmente sensibili sono poi i cali di Nissan (-24,9%), Jaguar Land Rover (-37,8%), Volvo (-17,4%) e Ford (-10,9%). In forte crescita, seppur con numeri ridotti, è Honda che segna un +68,3% nel mese.

Tra i pochi marchi in crescita si segnalano in particolare Hyundai (+25,5%), Kia (+24,8%), Dacia (+13,6%), DS (+13,1%), MINI (+26,3%) e Porsche (+8,1%).