Due Lamborghini elettriche entro il 2030. Sono questi i piani del ceo Stephan Winkelmann che nel futuro del Toro programma un crossover 2+2 e – molto probabilmente – un’erede ad emissioni zero della Urus. Il primo modello è sicuramente il più interessante perché, oltre a segnare l’ingresso della Casa nel territorio delle auto elettriche, permetterà al brand di allargare la propria gamma e di espandersi in un nuovo segmento.

Ecco come ce lo immaginiamo.

Una rivoluzione chiamata Revuelto

Stando a quanto raccolto negli scorsi mesi, il crossover potrebbe chiamarsi Revuelto e basarsi sulle forme del concept Estoque visto nel 2008.

Lamborghini crossover elettrico (2028), il render di Motor1.com
Lamborghini crossover elettrico (2028), il render di Motor1.com

Anche se l’abitacolo dovrebbe avere una configurazione 2+2 (per mantenere al massimo l’impronta sportiva), la carrozzeria potrebbe rimanere legata esteticamente alla Urus, pur con soluzioni estetiche innovative. A tal proposito si ricordano le parole di Mitja Borkert (capo del design Lamborghini) che aveva dichiarato che i prossimi modelli “somiglieranno ad astronavi”.

Lamborghini Estoque

Così, la Revuelto manterrebbe un filo diretto col family feeling della Casa adottando, inoltre, un nuovo stile delle luci e della mascherina. Questi ultimi due aspetti potrebbero essere ereditati dalle prossime supercar del Toro - tra cui la Lamborghini Huracan di nuova generazione e l’erede della Lamborghini Aventador - che verranno lanciate tra il 2023 e il 2024.

Esclusiva e (quanto più possibile) leggera

Naturalmente, il progetto del crossover elettrico Lamborghini è ancora in una fase embrionale ed è complicato immaginare prestazioni o posizionamento esatto sul mercato. Sta di fatto che, sempre stando ad alcuni rumors, la Lamborghini potrebbe avere un prezzo di partenza superiore ai 300.000 euro ed essere così ancora più esclusiva della Urus.

Inoltre, il crossover dovrebbe puntare su una nuova struttura in fibra di carbonio. Non a caso Lamborghini prevede di investire una buona fetta del suo piano da 1,5 miliardi di euro per l’elettrificazione alla creazione di nuovi telai. Si tratterà di un passaggio fondamentale per conservare l’esperienza di guida tipica dei modelli del Toro e per compensare l’aggravio di peso dovuto a batterie e impianti tecnologici.

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