La transizione può essere un’opportunità, ma il settore vive un momento “complesso”, che va affrontato con un approccio “non ideologico”. La priorità per Forza Italia è svecchiare il parco circolante pubblico e privato, sforzandosi al contempo per rilanciare la produttività della filiera. E tra le ricette indicate ci sono anche idrogeno e biocarburanti.

Lo mette in chiaro Alessandro Cattaneo, deputato forzista responsabile dei Dipartimenti del partito, interrogato da Motor1.com nell'ambito del maxi-confronto su auto e mobilità nei programmi elettorali, in vista della chiamata alle urne del 25 settembre.

Forza Italia come immagina la mobilità del futuro?

“La mobilità del futuro per Forza Italia è innovativa, sostenibile, tecnologica, condivisa, ramificata e non ideologica”.

Quali azioni volete intraprendere per minimizzare l’impatto ambientale dei trasporti? La Germania ha testato gli abbonamenti low-cost ai mezzi pubblici, mentre la Francia il maxi-incentivo per rottamare l’auto e passare alla bici elettrica. La ricetta italiana quale potrebbe essere?

“Il settore automotive vive un momento complesso e di pressione crescente. Bisogna affrontare il tema dell’impatto ambientale dei trasporti con un atteggiamento non ideologico, che guardi alla riduzione delle emissioni di CO2 tenendo anche conto della sostenibilità industriale e produttiva del Paese.

Peugeot, la fabbrica di Sochaux

È doveroso sostenere la transizione ecologica con un occhio di riguardo verso le imprese italiane impegnate nel percorso di riconversione, assicurando ad ogni pezzo della nostra filiera industriale di programmare il lavoro dei prossimi anni. In termini di ricetta, la priorità è un massiccio cambio generazionale del parco dei veicoli pubblici e del settore produttivo favorendo l’utilizzo dei biocombustibili per il trasporto accanto alla mobilità elettrica, nel lungo periodo”.

La filiera auto ha da sempre un ruolo centrale nel tessuto produttivo italiano. In che modo si può supportare il settore in questa delicata fase di transizione?

“Quando parliamo della filiera auto in Italia stiamo parlando di un fatturato diretto che supera i 90 miliardi, occupando oltre 250.000 addetti. Se allarghiamo la platea del settore al commercio e ai servizi, gli addetti crescono fino a 1,25 milioni, con un fatturato di circa 350 miliardi, pari a circa il 20% del Pil nazionale.

Per questo diciamo che la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con la sostenibilità produttiva interna. Forza Italia ha un piano industriale per il rilancio di tutta la filiera, dalla componentistica alla produzione dei veicoli, che passa attraverso diverse fasi: dall’ampliamento del portafoglio tecnologico, sostenendo settori componentistici in cui l’Italia è molto forte, come il powertrain, e implementando quelli emergenti come l’elettronica, alla riconversione tecnologica di molte aziende, rimasta ferma al palo a causa della mancanza di expertise, fondi e regolamentazione”.

Ritenete valido l’attuale schema di incentivi all’acquisto delle auto o sarebbero necessari dei correttivi? E sempre a proposito di incentivi, in questo caso non monetari, a vostro avviso la politica ha fatto abbastanza fino a oggi per la diffusione delle colonnine di ricarica per i veicoli elettrici?

“È un sistema che certamente va rivisto e implementato, per stimolare sia la domanda che l’offerta, quindi la produzione di nuovi veicoli. Come già detto, è fondamentale rinnovare il parco veicoli dando grande attenzione ad altre forme di mobilità e implementando gli strumenti necessari”.

Consegna auto in concessionaria

La Commissione Ue e l’Europarlamento puntano a fermare nel 2035 la vendita di nuove auto con motore endotermico. Qual è la vostra posizione su questa misura? Siete d’accordo che sia tempo per l’all-in sull’elettrico?

“Sull’elettrico c’è molto di positivo in termini di transizione energetica e sostenibilità ambientale, ma anche molto di infatuazione. Bisogna essere oggettivi, concreti e pragmatici: non dobbiamo dimenticare che il controllo di gran parte del litio (componente base delle batterie) è in mani cinesi e aumentare la nostra dipendenza ‘energetica’ in un momento come questo di certo non è la priorità nazionale.

Peugeot e-Expert Idrogeno

Il nostro impegno, soprattutto in questo momento, è quello di tutelare le nostre filiere strategiche ed evitare di mettere a rischio interi settori industriali e la competitività della nostra economia, che si regge principalmente sul manifatturiero. Per cui la transizione verso l’elettrico è un’ottima opportunità, ma i costi di questa operazione non possono ricadere su consumatori, famiglie e imprese.

In poche parole: la strada verso la mobilità sostenibile non può essere circoscritta soltanto all’auto elettrica, perché correremmo l’imperdonabile rischio di escludere altre forme di tecnologia ugualmente efficaci, come l’idrogeno o i biocarburanti”.