La società di noleggio auto a lungo termine Arval finisce sotto la lente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), che ieri ha eseguito delle ispezioni nelle sedi dell’azienda. L’ipotesi è di “condotte ingannevoli e aggressive”, legate a casi di ritardi e omissioni di vario genere, segnalati da consumatori e associazioni. 

Gli episodi sotto la lente

Per cominciare, si legge in una nota, l’Antitrust contesta rinvii “notevoli” per la consegna dei veicoli ordinati, magari pagati in anticipo o con depositi precauzionali. In alcuni casi, si parlerebbe di mesi di distanza dalla data indicata, nonostante le vetture fossero etichettate come in pronta consegna o con consegna in tempi rapidi e certi.

Ma i differimenti non riguarderebbero solo le auto. L’Agcm indaga anche su sospette lungaggini che hanno al centro i rimborsi dei corrispettivi versati dai clienti, da restituire nei casi di risoluzione dei contratti o di recesso.

In proposito, secondo l’Autorità andrebbe fatta chiarezza anche sulle penali legate allo scioglimento degli accordi, considerate “elevate”. Luce da fare pure sulla “mancata o inadeguata gestione dei reclami e delle richieste dei consumatori” che si erano rivolti all’azienda per il noleggio auto, un business che piace sempre di più agli italiani.

Cosa rischia Arval

“Queste condotte nel complesso appaiono suscettibili di configurare fattispecie di pratiche commerciali scorrette, in violazione degli articoli 20, 21, 22, 24 e 25 del Codice del consumo”, fa sapere l’Antitrust.

In base alle indagini, Arval avrebbe anche “omesso di fornire alcune informazioni precontrattuali che riguardano le condizioni per esercitare il diritto di recesso e la possibilità di avvalersi di un meccanismo extra-giudiziale di risoluzione delle eventuali controversie insorte”. Se confermato, si tratterebbe di violazione degli “articoli 49, comma 1, lettere h) e v), 56 e 61 del Codice del Consumo”.