Se sulle auto il diesel ormai ha perso l'appeal di un tempo, tra restrizioni alla circolazione e prezzi ormai ampiamente superiori a quelli della benzina, su veicoli commerciali e camion rappresenta ancora la scelta quasi obbligata per tutti. Il futuro a emissioni zero della mobilità impone però dei cambi di alimentazione e al fianco dell'elettrico, ormai disponibile per molti furgoni, l'idrogeno può dire la sua. Ma non tramite le fuel cell, bensì come comustibile "classico" da far girare nei motori.
L'idea in questo senso arriva dalla Westport, colosso canadese delle alimentazioni alternative, grazie al sistema H2 HPDI presentato all'IAA 2022 di Hannover. Una tecnologia che permette di mantenere l'architettura diesel, utilizzando però l'idrogeno al posto del gasolio, con numerosi vantaggi.
Maggiori performance, zero emissioni
Una soluzione ideale che permette di non modificare le flotte, mantenendo gli stessi mezzi, contribuendo al tempo stesso a un netto abbattimento delle emissioni con l'aggiunta di prestazioni migliorate. Secondo i dati dichiarati dall'azienda infatti se alimentati con il sistema H2 HPDI gli attuali motori diesel offrono fino al 20% in più di coppia e 18% in più di potenza, con emissioni di CO2 prossime allo zero. Il tutto, come detto, preservando l'architettura del propulsore.
Niente celle a combustibile quindi, con l'idrogeno prodotto H2 da infrastrutture esistenti - con un grado di purezza inferiore rispetto a quello richiesto dai sistemi a fuel cell - riducendo di fatto gli investimenti per - come sottolineato dall'azienda - apportare "cambiamenti rapidi e reali".
Tutto nasce dal gas
L'H2 HPDI della Wesport sfrutta tecnologia e molti componenti utilizzati dal sistema GNL HPDI, già esistente e utilizzato su vari modelli, che sfrutta una miscela composta al 60% di gas naturale fossile al 40% di biogas. Il cuore del sistema è rappresentato da un iniettore brevettato con un design a doppio ago concentrico, grazie al quale si possono erogare piccole quantità di gasolio e grandi quantità di gas naturale ad alta pressione nella camera di combustione, con il gas naturale iniettato alla fine della corsa di compressione.
La soluzione proposta dalla Westport si inserisce in un orizzonte più ampio che vede anche costruttori impegnati nella ricerca sull'idrogeno. Come Toyota che, con la Corolla prima e con la Yaris poi, sta sviluppando e testando motori a benzina - compreso un V8 da 450 CV sviluppato da Yamaha - in grado di funzionare a idrogeno.