Primo via libera allo European Chips Act, il maxi piano Ue da 43 miliardi di euro che vuole trasformare il Vecchio Continente in un hub produttivo di semiconduttori, portando la quota di mercato globale dal 10% ad almeno il 20% entro il 2030.

È stato il Consiglio Competitività dell’Unione europea ad accendere il semaforo verde dopo la proposta della Commissione Ue. Il prossimo passo è lo sbarco all’Europarlamento, in calendario nel 2023. Poi partirà la trattativa fra tutte le Istituzioni. Vediamo quindi cosa prevede lo Eu Chips Act e quali sono le novità.

Basta dipendenza

Obiettivo principale è sganciare l’Europa dalle forniture asiatiche e renderla indipendente nella produzione di una tecnologia ormai fondamentale per auto e vari dispositivi elettronici, come smartphone, tablet ed elettrodomestici. Una vera e propria “sovranità tecnologica”, come la chiama il Consiglio dell’Ue, e una priorità per le nostre aziende, messe in seria difficoltà negli ultimi due anni.

“L’Unione europea deve ridurre la sua eccessiva dipendenza dai leader mondiali dei semiconduttori in Asia e negli Stati Uniti – commenta Jozef Síkela, ministro dell’Industria e del Commercio della Repubblica Ceca, alla presidenza del Consiglio dell’Ue –. Con il Chips Act, l’Europa sta prendendo in mano la situazione”.

Foto - European Chips Act

Quanto sono importanti i chip per le auto moderne

I tre pilastri

Finanziato con fondi pubblici e privati, lo Eu Chips Act si concentra su tre pilastri:

  • l’iniziativa chiamata Chips for Europe, che sostiene ricerca e sviluppo di semiconduttori, a cui vanno 3,3 miliardi di euro
  • un nuovo quadro che garantisca “resilienza e sicurezza dell’approvvigionamento, attraendo più investimenti”
  • un meccanismo di controllo della filiera per coordinare le azioni in caso di crisi

C’è però un nodo da sciogliere, che riguarda il primo dei tre progetti: dove prendere 400 milioni di euro fra i 3,3 miliardi totali? Secondo la Commissione Ue, questo tesoretto andrebbe trovato spostandolo dal programma Horizon Europe. Il Consiglio dell’Unione europea chiede invece di pescare i fondi da un’altra parte, così che tutti i piani mantengano i finanziamenti previsti.

Foto - European Chips Act

I lavori al Consiglio dell'Unione europea

Un nuovo Consorzio europeo

Fra le altre cose, spunta l’idea di un Consorzio europeo per le infrastrutture dei chip (Ecic), definito una “entità giuridica che potrebbe attuare azioni e altri compiti finanziati dall’iniziativa Chips for Europe”. Il Consiglio dell’Ue si dice comunque aperto a soluzioni diverse. Altre modifiche al testo originale comprendono varie richieste:

  • la definizione di impianto produttivo di chip “primo nel suo genere” (first-of-a-kind)
  • l’indicazione degli obiettivi generali e operativi e il contenuto dell’iniziativa Chips for Europe
  • la creazione di una Rete europea di centri di competenza nei semiconduttori, nelle tecnologie di integrazione e nella progettazione di sistemi
  • l’indicazione dei requisiti che devono soddisfare gli impianti di produzione integrati e le fonderie aperte dell’Ue, in particolare per quanto riguarda gli effetti positivi sulla catena del valore dei semiconduttori in Europa
  • la definizione di richieste di informazioni obbligatorie durante le fasi di crisi
  • la portata e l’attuazione del pacchetto di strumenti di emergenza
  • l’applicazione degli obblighi di informazione e notifica e di rispetto degli ordini prioritari attraverso multe e sanzioni