I benzinai non ci stanno. Dopo il nuovo incontro col Mimit e le indagini dell’Antitrust, che aveva ispezionato le sedi delle principali compagnie per indagare su sospette speculazioni lungo la rete carburanti, i gestori confermano lo sciopero del 25 e 26 gennaio. Agitazione che dovrebbe avvenire per 48 ore, dalle 19.00 del 24 gennaio alle 19.00 del 26 gennaio.

“Dall'incontro di questa mattina non sono arrivati elementi migliorativi, anzi semmai sono peggiorate le condizioni. Il tavolo ha confermato che per il Governo la nostra è una categoria da mettere sotto osservazione con un cartello, come nel Medioevo”, dichiarano le associazioni Faib, Fegica e Figisc/Anisa in conferenza stampa.

Ma cosa sta succedendo di preciso? Ripercorriamo tutto con ordine.

Dal sì al nì

La protesta dei gestori era stata annunciata dopo l’approvazione del decreto Trasparenza (in vigore dal 15 gennaio), che prevede l’obbligo di esporre i prezzi medi nazionali e di vendita dei carburanti nelle stazioni.

C’era stato però un primo incontro con l’esecutivo a Palazzo Chigi, che sembrava aver ristabilito la pace. Risultato del faccia a faccia era stato infatti la decisione di congelare lo sciopero:

“Ora è il momento di lavorare seriamente – avevano scritto Faib, Fegica e Figisc/Aniasa – per restituire efficienza e piena legalità alla rete. Già nei prossimi giorni, le organizzazioni dei gestori si rendono disponibili ad affrontare i temi sul tavolo e a individuare strumenti anche normativi utile ad affrontare sia la contingenza che soprattutto la prospettiva.

Un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell’esame del testo del decreto una volta emanato”.

Hand holding fuel pump and refilling car at petrol station

Fare il pieno costa ancora troppo

In particolare, le organizzazioni avevano “apprezzato il chiarimento avuto con il Governo, che ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi, né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato”.

Poi, però, l’Antitrust aveva acceso un faro su oltre 1.000 pompe di benzina della Penisola, finite sotto la lente per sospette “difformità” dei prezzi pubblicizzati con quelli effettivamente “applicati”, oltre che “omessa esposizione del prezzo praticato, ovvero l’omessa comunicazione al portale ‘Osservaprezzi Carburanti’, utile al consumatore per trovare la pompa con il prezzo più basso”.

Man refuelling car at petrol station

Il 25 e il 26 gennaio non ci saranno benzinai

Di fronte alle indagini, il presidente di Fegica, Roberto Di Vincenzo, aveva reagito: “È una situazione grave, se non fosse ridicola. Non può dire oggi che i gestori si sono comportati correttamente e domani evocare l’intervento della GdF e dell’Agcm”.

Di nuovo sì (ma con l'app)

E ora gli ultimi capitoli, che si concludono dopo un secondo e un terzo incontro con il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). Ma le porte non sono completamente chiuse, perché le associazioni chiedono un faccia a faccia con il presidente Meloni, che potrebbe ribaltare (ancora) la situazione.

Intanto, il ministro Urso apre alla possibilità di un'app per "conoscere il prezzo medio regionale e, con la geolocalizzazione, anche il prezzo praticato da ciascun distributore nel perimetro desiderato". In più, "l’obbligo di comunicazione sarà settimanale (e non più giornaliero) e ad ogni variazione del prezzo".

Sciopero dei benzinai

Quando fanno lo sciopero dei benzinai?

Lo sciopero dei benzinai per ora è confermato per il 25 e 26 gennaio. Gli orari previsti sono dalle 19.00 del 24 gennaio alle 19.00 del 26 gennaio.