Aumenti, indagini e accuse di speculazione. Da qualche ora si legge di tutto riguardo ai prezzi dei carburanti in Italia, tornati sotto la lente dopo la cancellazione del taglia-accise (30,5 centesimi/litro di sconto su benzina e diesel dal 22 marzo al 30 novembre 2022, diventati 18,3 centesimi/litro dal 1° al 31 dicembre scorsi).
Da una parte c’è la politica, con il ministro e vicepremier Salvini che tuona: “Parleremo con il Presidente del Consiglio. C’è qualcuno che fa il furbo”. Dall’altra entrano in gioco gli inquirenti, con Procura di Roma e Guardia di Finanza (GdF) che indagano sui rialzi.
Ma come stanno veramente le cose? Un po’ di calcoli raccontano una verità leggermente diversa dalla narrativa dominante: quasi tutto il rincaro coincide infatti con l’addio all’agevolazione fiscale di 18,3 centesimi/litro.
I prezzi di oggi e dicembre
Partiamo dai prezzi carburanti di oggi (9 gennaio 2023), pubblicati da Quotidiano Energia (QE) ed elaborati sulla base delle comunicazioni fatta dai singoli gestori all’Osservatorio del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).

Quanto costa ora il pieno?
La media nazionale della benzina in modalità self è di 1,821 euro/litro, mentre quella del diesel è di 1,879 euro/litro. Passando al servito, la verde va a 1,965 euro/litro e il gasolio a 2,023 euro/litro. Quali erano invece i prezzi del 30 dicembre scorso (ultimo giorno del 2022 monitorato), pubblicati sempre da QE?
La benzina self viaggiava a 1,627 euro/litro, con il diesel a 1,693 euro litro; al servito si trovavano invece la verde a 1,779 euro/litro e il gasolio a 1,844 euro/litro. Andando a fare la differenza, si scopre che gli aumenti dipendono principalmente dall’addio allo sconto fiscale da 18,3 centesimi/litro, perché i rialzi si aggirano tra i 17,9 centesimi/litro (quindi persino meno del taglia-accise) e i 19,4 centesimi/litro. Ricordiamo però che parliamo di medie nazionali, non di singoli casi.
Prezzi/carburante | Benzina | Diesel |
Self service (oggi) | 1,821 €/l | 1,879 €/l |
Self service (30/12/22) | 1,627 €/l | 1,693 €/l |
Differenza | 0,194 €/l (19,4 cent/litro) | 0,186 €/l (18,6 cent/litro) |
Servito (oggi) | 1,965 €/l | 2,023 €/l |
Servito (30/12/22) | 1,779 €/l | 1,844 €/l |
Differenza | 0,186 €/l (18,6 cent/litro) | 0,179 €/l (17,9 cent/litro) |
Ma c’entra anche il petrolio
Per il resto, i prezzi dei carburanti stanno cambiando anche in base alle normali oscillazioni del mercato petrolifero, che vede le quotazioni del greggio crescere – come riporta la Reuters – dopo la decisione della Cina di riaprire i confini nazionali, dando il là a una nuova ripresa della domanda.
Il costo del petrolio sale oggi del 2% circa, con il Brent (riferimento nel mercato europeo) che viaggia sugli 80 dollari al barile (+1,45 $/b) e il Wti (riferimento nel mercato americano) che si aggira intorno ai 75 dollari al barile (+1,57 $/b).

Suggestiva immagine di una pompa petrolifera
Palla alla politica
È quindi chiaro che Governo e Parlamento dovranno fare qualcosa di più, sia per contenere il fenomeno, sia per evitare eventuali speculazioni, perché gli automobilisti italiani hanno già pagato (e continueranno a pagare) un caro-energia senza precedenti, con l’auto tra le vittime.
Basta pensare che in alcune pompe carburanti autostradali si registrano picchi dei prezzi da quasi 2,5 euro/litro al servito. Qui sotto, due foto-testimonianza raccolte da Motor1.com Italia proprio lungo la grande viabilità della Penisola.

Prezzi self a Giove Ovest (A1 MI-NA)

Rincari più evidenti al servito
Il Governo batta un colpo
Nei giorni scorsi, anche Fegica (Federazione italiana gestori carburanti e affini) aveva chiesto un impegno all’esecutivo, spiegando che le ragioni del caro-carburanti non vanno cercate nelle stazioni. Ecco la nota dell’associazione, di cui riportiamo alcuni stralci.
“Quando diventa difficile dare riposte nel linguaggio di tutti i giorni con il quale i cittadini fanno i conti, allora il Governo si rifugia in un’improbabile ‘caccia alle streghe’, cercando il colpevole delle malefatte sul prezzo dei carburanti.
Ovviamente, la scelta più facile è quella di partire dall’ultimo anello della catena: i gestori che, con un margine di 3 cent/litro (e un prezzo fissato dalle compagnie), sono i guardiani della fede pubblica.
Per il Governo, che non sa di cosa parla, sembra più facile controllare una categoria di microimprese che indagare sui veri problemi che determinano, a monte, queste situazioni!
È bastato ‘l’aumento del prezzo’ (o il rientro dallo sconto), già annunciato a novembre, per dare il via a fibrillazioni e annunci roboanti che hanno come unico effetto di far rivolgere l’attenzione dell’opinione pubblica (e i controlli) alla ricerca di coloro che ‘tramano per aumentare i prezzi’.
La GdF faccia pure, come è giusto, i suoi controlli, ma non si limiti a ‘verificare’ i gestori e alzi lo sguardo verso chi ha fatto smisurate fortune sulle spalle dei lavoratori del settore e di tutti i cittadini”.