Il costo della vita sta aumentando e così anche quello per acquistare, possedere e mantenere un'auto. Tra assicurazione, bollo, riparazioni extra e carburante, guidare nel 2023 potrebbe costare di più.
In vista del nuovo anno, abbiamo provato ad analizzare il settore per capire perché, come e soprattutto quanto questi rincari peseranno sulla vita quotidiana. Vediamo a cosa fare attenzione.
Cosa dovrebbe aumentare
Iniziamo con le (quasi) certezze sugli aumenti previsti per il 2023. Tra inflazione e costi delle materie prime, infatti, le tariffe per assicurare e riparare l'auto saranno maggiori. Ma non sono i soli rincari attesi per il prossimo anno.
Assicurazione auto
Tra le stime di aumento previste per il 2023 c'è, prima di tutto, il costo del premio annuale assicurativo che ogni automobilista è obbligato a pagare per circolare con la propria auto. Secondo ricerche effettuate dai due portali comparativi più usati in Italia, Facile.it e Segugio.it, per il nuovo anno si prevede un rincaro complessivo di diversi punti percentuali rispetto al 2022.
Si tratta di una previsione, ma i presupposti ci sono tutti, così come le cause. In merito a queste ultime, la prima è sicuramente il fatto che circa il 6% degli italiani guida attualmente un'auto non coperta da alcuna polizza. Un problema esposto anche da Luigi Federico Signorini, presidente dell'Ivass, l'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, nel suo discorso di apertura del convegno internazionale “Experience ratings in insurance markets: Theory and Evidence”.
Ma non è questa la causa principale, perché, sempre secondo i due portali comparativi, alla radice dell'innalzamento del premio annuale ci sarebbe anche la graduale ripresa all'utilizzo quotidiano dell'auto da parte di gran parte degli automobilisti, rispetto agli anni pandemici, nonché l'aumento degli incidenti sulle strade, soprattutto tra i più giovani.
Riparare l'auto
Un'altra stima di rialzo dei prezzi arriva, in un comunicato ufficiale, da Federcarrozzieri, l'associazione nazionale per la tutela delle carrozzerie italiane indipendenti, che prevede un innalzamento dei costi di riparazione delle auto di circa il 15% nel 2023, a causa dell'aumento dei costi delle materie prime, ma non solo.
L'associazione, infatti, stima anche un allungamento complessivo dei tempi di attesa per vedere la propria auto uscire dall'officina, a causa del difficile reperimento di molti pezzi di ricambio prodotti con materiali attualmente molto ricercati, come per esempio il vetro.
Parlando di costi pratici, ipotizzando una riparazione di 1.200 euro nel 2022, la stessa nel 2023 potrebbe arrivare a costare fino a 1.380 euro, se non di più.
Così come la carrozzeria, anche la parte meccanica potrebbe subire nel nuovo anno un aumento dei costi delle riparazioni, a causa dell'innalzamento dei prezzi dei ricambi. In più, entra in gioco anche un materiale di consumo più comune: l'olio motore, direttamente derivato dal petrolio, che potrebbe vedere un aumento del suo prezzo.
Parcheggiare l'auto in città
Un altro costo legato all'uso dell'auto che potrebbe aumentare nel 2023 è poi, quello relativo alle tariffe dei parcheggi cittadini, le strisce blu. In molte città italiane si sta infatti parlando proprio in queste settimane di un innalzamento dei prezzi, per garantire un ricambio di veicoli più costante e incentivare l'utilizzo dei mezzi pubblici.
A Roma, per esempio, l'Assessore alla Mobilità Eugenio Patané, nel mese di novembre all'Open Summit di Green&Blue, un convegno organizzato al Museo MAXXI, aveva esposto il piano della Giunta Capitolina per abbattere le emissioni di CO2 provenienti dai veicoli privati. In particolare, nel discorso aveva parlato anche di un aumento del costo delle strisce blu, insieme al passaggio al pagamento anche per le auto ibride ed elettriche.

Le strisce blu
A Milano, parlando a La Repubblica, gli assessori della giunta meneghina hanno annunciato innalzamenti di prezzi per diversi parametri, tra cui i parcheggi, che potrebbero aumentare non solo per quanto riguarda la tariffa, ma anche per gli orari in cui è necessario munirsi di apposito tagliando.
Allo stesso modo, si parla di aumenti simili anche in molte altre città italiane, come confermato da diversi quotidiani locali e regionali che hanno avuto modo di raccogliere informazioni dalle Amministrazioni dei vari capoluoghi.
Entrare in ZTL con l'auto
Restando in Lombardia, un altro costo previsto in aumento per il 2023 - che colpirà principalmente chi abita a Milano - è quello di accesso all'Area C.
Fermo da 10 anni a cinque euro, l'amministrazione ha annunciato più volte nel corso dei mesi passati la volontà di innalzare la tariffa di entrata, sempre con l'obiettivo di disincentivare il più possibile l'uso dell'auto privata.

Il centro di Milano in occasione del Milano Monza Motor Show 2022
Finanziare l'acquisto di una nuova auto
Nel nuovo anno potrebbe poi costare di più anche acquistare un'auto nuova. Al di là dei prezzi netti, c'è da considerare l'aumento dei tassi di interesse per stipulare i finanziamenti.
Si tratta di un discorso complesso. Nel corso degli ultimi mesi del 2022, la Bce, Banca centrale europea, ha deciso di aumentare i tassi di riferimento di 75 punti base con l'obiettivo di combattere l'inflazione.
L'aumento dei prezzi sta infatti causando una diminuzione del potere economico, quindi di acquisto, dei consumatori finali. Con l'inasprimento della politica monetaria della Bce l'effetto a catena è quello dell'innalzamento dell'intera struttura dei tassi, compresi quelli per il credito al consumo e, ancora più nel dettaglio, degli interessi sui prestiti finalizzati all'acquisto di auto.
Il che, per una serie di ragioni, legate anche al reddito disponibile, potrebbe determinare una contrazione nella richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie.

Preventivi per l'acquisto di auto nuove
Ma perché la Bce ha deciso di aumentare i tassi di riferimento? Tra le motivazioni c'è soprattutto la previsione degli analisti della permanenza di un'inflazione alta, almeno fino al 2024 e ben lontana dall'obiettivo a medio termine del 2% previsto proprio dall'Europa.
È quindi probabile che le manovre sui tassi di interesse continueranno fino a quando le stime sull'inflazione non torneranno in linea con il target definito dalla Commissione. Come spiegato da Christine Lagarde, presidente della Bce, nel corso di una conferenza tenuta a settembre, si tratta di una decisione non semplice, che causerà - e sta già causando - sicuramente una frenata complessiva nella spesa dei consumatori.
Cosa non aumenterà
Le brutte notizie sono finite. Ora arriva il momento di consolarsi guardando a ciò che non aumenterà (o meglio, non dovrebbe aumentare) nel 2023. Una lista purtroppo breve, ma che contiene voci fondamentali per chi possiede un'auto.
Bollo auto
Tra le voci non previste in aumento nel corso del 2023 la prima è il bollo auto, la tassa di possesso soggetta al pagamento da parte di (quasi) tutti gli automobilisti. Come abbiamo già anticipato, la nuova Legge di Bilancio, infatti, non prevede aumenti per quest'anno. Anzi, annuncia una possibile sanatoria.
Il prossimo anno chi non ha pagato il bollo tra il 2000 e il 2015 potrebbe - ma non è ancora confermato - vedersi cancellare le cartelle esattoriali, secondo l'articolo 46 dal titolo "Stralcio dei carichi fino a mille euro, affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015".
Se il testo dovesse effettivamente passare, chiunque non avesse pagato la - tanto temuta tassa (per un importo inferiore ai 1.000 euro) in quell'arco temporale, dal 31 marzo 2023 non si vedrà più recapitare alcuna notifica esattoriale, almeno per quanto riguarda gli interessi. La decisione se stralciare completamente anche l’imposta e le sanzioni spetterà invece agli enti locali.

Il pagamento del bollo auto con l'app Postepay
Nella notizia del non aumento del Bollo Auto per il nuovo anno c'è però un caso particolare; la Regione Lazio, che ha annunciato che a partire dal 1° gennaio 2023 tutte le auto ibride iscritte ai propri registri pagheranno la tassa di possesso. Si tratta di un cambiamento radicale contenuto nella Legge regionale 29 marzo 2022, n. 7.
Il costo delle gomme
Per il 2023 non sono previsti aumenti, infine, per quanto riguarda il prezzo degli pneumatici. Secondo recenti stime effettuate dal portale tirereview.com, il costo dei componenti delle gomme delle auto è previsto in fase stazionaria se non addirittura in calo per il nuovo anno.
Le multe
Sul filo di lana, anche se ampiamente anticipato dal Ministro Salvini, è arrivata la conferma: nel 2023 non ci sarà il tanto temuto aumento delle multe. Con l'approvazione anche in Senato infatti la Legge di Bilancio 2023 ha bloccato l'adeguamento biennale automatico - previsto dal Codice della strada - basato sull'indice FOI (Famiglie Operai e Impiegati) elaborato mensilmente dall'Istat.
I seggiolini auto
Se avete bambini sapete bene come l'acquisto di un seggiolino auto incida - e non di poco - sul budget familiare. Dal Governo arriva la buona notizia: la Finanziaria 2023 infatti contiene la riduzione dell'IVA sull'acquisto di seggiolini auto che passa dal 22 al 5%.
Le incertezze
Del doman non v'è certezza. E di certezze non ne abbiamo su alcune voci di spesa per gli automobilisti nel 2023. Voci fondamentali per la mobilità delle quali non si può fare a meno. I dubbi su eventuali aumenti sono destinati a rimanere tali ancora per poco, con la speranza di non trovarci davanti ad altri rincari.
I carburanti
Situazione incerta riguarda il prezzo dei carburanti, con un lieve saliscendi in questa ultima parte dell'anno. Cosa succederà però nel 2023? Il Governo per ora non ha ancora fornito risposte certe riguardo la conferma del taglio delle accise.
Qualche novità in merito dovrebbe però esserci, complice anche l’embargo dei prodotti petroliferi russi; un bando che dal prossimo 5 febbraio potrebbe far reagire i mercati in modo imprevedibile, con riflessi alle stazioni di rifornimento.

Una pompa di benzina

Un casello autostradale
Pedaggi autostradali
Infine, l'ultimo aumento ancora incerto è quello inerente i pedaggi autostradali. Anche in questo caso, una questione più volte affrontata dai gestori nel corso del 2022, ma mai portata concretamente a termine, grazie a richieste di rinvio da parte dello stesso Governo.
Si tratta di una situazione che nel 2023, per diverse concessionarie, potrebbe cambiare. Il Sole 24 Ore riporta possibili aumenti variabili dall'1,5% al 3,5% a seconda delle tratte interessate. Una condizione che si sta gradualmente verificando anche in altri Paesi europei, soprattutto per quanto riguarda le tariffe per i mezzi pesanti e che in Italia era stata congelata dall'agosto 2018.