Sempre più importanti per le auto di domani, i chip sono ora protagonisti dell’intervento di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. Sbarcato in Sicilia nel weekend per visitare gli stabilimenti ST Microelectronics di Catania, il titolare del Mimit fa grandi promesse:

“Il Governo orienterà le risorse a sostenere gli investimenti sulle nuove frontiere tecnologiche, come semiconduttori, batterie elettriche, cyber sicurezza e intelligenza artificiale”.

Insieme all’Europa

L’azione dell’esecutivo si inserirà soprattutto nello European Chips Act, il piano da 45 miliardi di euro che dovrebbe portare il Vecchio Continente all’indipendenza dall’Asia e a raddoppiare la quota di mercato globale, passando dal 10% al 20% entro il 2030.

Approvato da Consiglio dell’Ue e commissione Industria ed Energia di Strasburgo, il testo aspetta solo il via libera della plenaria dell’Europarlamento e la conclusione del cosiddetto Trilogo.

Il ministro Urso visita lo stabilimento per chip ST Microelectronics a Catania

Il ministro Urso visita lo stabilimento per chip di ST Microelectronics

A lezione di chip

In più, non ci sono solo i chip nei piani dell’esecutivo, ma anche gli accumulatori per auto elettriche e una serie di altre tecnologie utili in diversi campi, compresa la mobilità. I semiconduttori saranno poi al centro di varie iniziative, a cominciare dalla formazione professionale:

“Dobbiamo mettere insieme Scuola e Università con i bisogni dell’industria più avanzata italiana. Fare un fabbisogno delle professioni che servono per orientare le università e i centri di formazione e sviluppo. In questo sarà importante anche la nuova fondazione sui semiconduttori istituita con la legge di Bilancio”.

Intanto, la stessa ST Microelectronics si muove sempre sui semiconduttori, in vista dell’elettrificazione dell’auto:

“ST investirà complessivamente 730 milioni per una fabbrica di produzione di substrati di carburo di silicio. Il progetto è parte del Pnrr italiano con l’obiettivo di costruire una fabbrica integrata per la produzione di substrati epitassiati in carburo di silicio, che rappresentano la base per la realizzazione di dispositivi di potenza ad alta performance, di cruciale importanza per la mobilità elettrica, la produzione di energie rinnovabili e altre industrie in transizione verso l’elettrico. L’investimento consentirà l’attivazione di circa 700 posti di lavoro altamente qualificati”.

Foto - European Chips Act

Una serie di chip

Cina nel mirino occidentale

Così, come dice Urso, l’Italia potrà “perseguire la strada di ‘campioni europei’ che siano in condizione di diventare player internazionali”. E tutto questo succede mentre Giappone e Olanda si uniscono alla mossa degli Stati Uniti, che ha ridotto le esportazioni in Cina di macchine e componenti per la produzione di semiconduttori. Non è ancora una guerra commerciale tra Occidente e Oriente, ma le avvisaglie ci sono.