"Il tempo dimostrerà che il nostro punto di vista è effettivamente quello corretto. In un modo o nell'altro, ci sarà una diversità di propulsori utilizzati in tutto il mondo". Parole Gill Pratt, Chief Scientist di Toyota.

Una tesi che segue quanto più volte ripetuto dal colosso giapponese secondo cui una massiccia transizione verso il tutto elettrico non è la soluzione giusta. Anzi, rischia di essere controproducente. Ci sono numeri e dati a supporto.

Ibrido batte elettrico 90 a 1

Dati mostrati da Pratt nel corso del World Economic Forum di Davos di qualche settimana fa, dove l'ingegnere statunitense ha parlato della rivoluzione elettrica dell'auto e del suo non fare i conti con un problema che riguarda tutti: la carenza di litio, elemento fondamentale per le batterie.

Scorte limitate che se destinate unicamente alle auto elettriche non permetterebbero di avere un impatto positivo sulle emissioni nocive.

Gill Pratt al World Economic Forum di Davos

Pratt portato come esempio una flotta composta da 100 auto, con emissioni medie pari a 250 g/km. Ora, ipotizzando una fornitura limitata di litio, ce ne sarebbe abbastanza per produrre batterie per un totale di 100 kWh. Potenza raggiunta da moderne ammiraglie o grandi SUV e che quindi basterebbe per un'unica auto sulle 100 prese in considerazione. Risultato: le emissioni medie dell'intera flotta diminuirebbero di appena 1,5 g/km.

Toyota elettriche - ibride

Una flotta di 100 auto solo termiche con emissioni medie di 250 g/km

Toyota elettriche - ibride

La stessa flotta con una sola auto elettrica, con emissioni diminuite di appena 1,5 g/km

Se invece la piccola quantità di litio venisse distribuita in batterie più piccole da 1,1 kWh, sarebbe possibile produrre 90 auto ibride, lasciando 10 auto mossa unicamente da motori a combustione, abbattendo così le emissioni a quota 205 g/km.

Toyota elettriche - ibride

Con 6 auto ibride plug-in le emissioni scenderebbero a 244 g/km

Toyota elettriche - ibride

Se su 100 auto 90 fossero full hybrid le emissioni diminuirebbero di 45 g/km

È un'idea controintuitiva: una grande flotta di auto ibride avrebbe un impatto positivo maggiore sulle emissioni rispetto a una flotta più piccola di veicoli elettrici. Una "sfumatura" che secondo Pratt si perde quando si parla di elettrico. Il dirigente ha anche criticato le Case automobilistiche definendo "chiacchiere" le loro ambizioni sulla transizione energetica, sottolineando come nelle loro previsioni è sempre presente la postilla "se le condizioni lo permetteranno".

Eppur si muove

Ora, come si concilia questo discorso con il piano elettrico di Toyota, impegnata a investire miliardi per lanciare nuove auto elettriche? Semplice: il colosso giapponese non è contrario all'elettrico in quanto tale, ma è critico (almeno lo è stato con Akio Toyoda alla guida, bisogna capire se il suo successore farà altrettanto) verso l'all-in su tale tipo di propulsione.

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La diversificazione rappresenta per la Casa un valore imprescindibile, mantenendo in vita l'ibrido e continuando nel lavoro di ricerca e sviluppo sull'idrogeno.