Fino a qualche anno fa parlare di saloni dell'auto significata avere in mente Ginevra, Detroit, Francoforte e Parigi. Centri di gravità del mondo automotive, dove incontrare praticamente ogni novità pronta ad arrivare sul mercato e rimanere sbalorditi davanti a provocanti e affascinanti concept.
Ora le cose sono cambiate: la pandemia ha sparigliato le carte in tavola. Così Ginevra dopo vari annullamenti si prepara a traslocare a Dubai, Francoforte ha trasferito tutto a Monaco di Baviera, Parigi e Detroit sono stati pesantemente ridimensionati. Se Europa e Stati Uniti devono quindi fare i conti con la crisi dei saloni, la Cina diventa - ancora una volta - sempre più centrale.
Il Salone di Shanghai 2023 è qui per dimostrarlo: spazi immensi, brand da tutto il mondo (Repubblica Popolare in primis) e un numero quasi infinito di novità presenti. Già, ma quali sono i modelli che animano la kermesse orientali?
Illustri sconosciute
Per riassumere potremmo parlare di carneadi a perdita d'occhio, almeno per noi occidentali. Confessate: avete mai sentito parlare della Avatr II? E del marchio Tank?

Nomi riservati al mercato interno, con forme a volte classiche a volte invece (forse troppo) particolari, passando per linee molto simili a quelle di modelli noti alle nostre latitudini. Come il Tank 500, fortemente ispirato alla Toyota Land Cruiser. Un SUV (con aspirazioni da fuoristrada) a sottolineare come l'assetto rialzato piaccia anche in Cina. Ma non solo quello.
Al Salone di Shanghai 2023 è anche tutto un fiorire di berline, naturalmente dalle dimensioni XXL, e anche monovolume. Sotto ci sono quasi sempre motori elettrici - d'altra parte quello cinese è il primo mercato per le auto a batteria - ma non mancano classiche unità termiche.
Kermesse eterogenea che però non guarda unicamente al mercato interno: ci sono infatti marchi pronti a valicare i confini e arrivare in Europa. HiPhi, Omoda e altri hanno preparato i passaporti e stanno per arrivare da noi.

Omoda 5
Dedicato a te
In mezzo a tanti nomi impossibili da leggere (i pittogrammi cinesi non aiutano) e a volte impronunciabili non mancano anche brand conosciuti: BMW, Lexus, Lotus (che appartiene al colosso cinese Geely) con novità che - tra look e motorizzazioni - strizzano entrambi gli occhi alla Cina e ai suoi automobilisti.
Perché la Repubblica Popolare è stata capace di attrarre investimenti da tutto il mondo, per poi invadere il mercato con i suoi modelli e i suoi sempre più numerosi brand.