Non bastasse la questione dell'invasione di auto elettriche cinesi nel Vecchio Continente, ora l'Europa si prepara ad affrontare un altro problema: quello dell'esportazione delle proprie auto a batterie verso il Regno Unito.
Secondo quanto stabilito durante le lunghe e complesse trattative post Brexit la direttiva dice che, a partire dal primo gennaio 2024, tutte le auto elettriche in viaggio nella Manica in entrambe le direzioni Unito dovranno avere il 45% dei proprio componenti provenienti dalla UE o dal Regno Unito. Il 50-60% per quanto riguarda le batterie. Pena il pagamento di dazi doganali pari al 10%.
Peccato che a oggi nessun modello rispetti tale regola. In più il tempo stringe.
Fate presto
Con la prospettiva di dover rialzare i prezzi per le proprie auto elettriche l'Acea (associazione europea dei costruttori di automobili) ha lanciato un appello a Unione Europea e Regno unito affinché rimandino la scadenza, per evitare nuovi problemi a un mercato già problematico.
Se la Commissione non agisce, verrà imposta un dazio del 10% sulle esportazioni di veicoli elettrici dell'UE verso il Regno Unito, il suo principale partner commerciale. Questo potrebbe costare ai produttori di veicoli dell'Unione 4,3 miliardi di euro nei prossimi tre anni, riducendo potenzialmente la produzione di veicoli elettrici di circa 480.000 unità, l'equivalente di due fabbriche automobilistiche di medie dimensioni
Si legge nel comunicato stampa pubblicato dall'associazione. L'unico modo per evitare questi dazi sarà quello di rifornirsi di tutti i componenti delle batterie e di alcuni materiali critici per le batterie nell'UE e nel Regno Unito. Soluzione a oggi impossibile da realizzare.
Aumentare i prezzi al consumo dei veicoli elettrici europei, proprio nel momento in cui dobbiamo lottare per conquistare quote di mercato a fronte di un'agguerrita concorrenza internazionale, non è la mossa giusta, né dal punto di vista commerciale né da quello ambientale. Consegneremo di fatto una fetta di mercato ai produttori globali. L'Europa dovrebbe sostenere la propria industria nella transizione a zero emissioni, come fanno altre regioni, e non ostacolarla", ha aggiunto de Meo. C'è una soluzione molto semplice e diretta: estendere di tre anni l'attuale periodo di introduzione graduale delle norme sulle batterie. Esortiamo la Commissione a fare la cosa giusta
Ha poi aggiunto Luca De Meo, presidente dell'Acea e del Gruppo Renault, più volte protagonista di appelli per proteggere il mercato europeo dagli attacchi dei cinesi.