Con il fondo 2023 vaporizzato in meno di un mese, gli incentivi ad auto benzina e diesel potrebbero presto contare su un tesoretto più ricco. Ci lavora il Governo, che parla per bocca del ministro Adolfo Urso, responsabile delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).

Dopo aver anticipato l’accordo con Anfia (l’associazione nazionale rappresentativa della filiera) che sarà “alla base della successiva intesa con Stellantis per aumentare la produzione” e della rimodulazione dell’ecobonus auto, il titolare del Mimit annuncia ora le firme.

“Questo accordo – le sue parole – è il pilastro su cui costruire un più vasto e complessivo progetto per rilanciare il settore e la produzione nazionale, a partire dall’intesa con Stellantis su cui siamo impegnati in queste settimane. Il nostro obiettivo è la stesura di un piano di transizione di largo respiro volto a rilanciare la produzione e l’occupazione, supportando lo sviluppo di un indotto italiano più innovativo, sostenibile ecologicamente ed economicamente, in coerenza con il futuro dell’industria.

Crediamo fortemente che sia possibile invertire la rotta, a partire dai volumi di produzione, su cui ci poniamo l’obiettivo di raggiungere almeno un milione di veicoli all’anno fabbricati nel nostro Paese, perché il Sistema Italia lavora finalmente insieme nella giusta direzione, come abbiamo dimostrato sul fronte europeo”.

Meno elettrico, più termico

L’idea è di dirottare una parte dei fondi riservati finora a veicoli elettrici e ibridi plug-in per destinarla invece alle auto termiche. In questo momento, ammonta infatti a quasi 330 milioni di euro la somma ancora disponibile per finanziare l’acquisto di vetture ricaricabili; quella per i motori a combustione si è invece polverizzata già a inizio febbraio.

Jeep Compass, la linea di montaggio a Melfi

Produzione della Jeep Compass a Melfi

L’esecutivo è perciò convinto che rivedere la ripartizione delle cifre, spingendo così le vendite di auto a benzina e diesel, sia una delle medicine da somministrare alla produzione italiana. E non solo di Stellantis, perché Urso aveva già fatto sapere che il Governo lavora alla “presenza di un altro produttore nazionale”. Il nome rimane però avvolto nel mistero, anche se “la Repubblica” mette MG in cima alla lista, con BYD, Great Wall e Tesla fra i papabili, seppur molto defilati per strategie aziendali.

Palla al Tavolo automotive

Ma cosa prevede l’accordo di oggi? Prima di tutto, investimenti in conversione degli impianti e ricerca e sviluppo; poi riqualificazione dei lavoratori e creazione di nuove professioni, insieme ad attrazione di capitali dall’estero e incentivi alle auto a zero emissioni.

Messo tutto nero su bianco, fonti del ministero fanno sapere che il Mimit ha ora un quadro industriale chiaro per decidere quanto rimpinguare il fondo 61-135 g/km di CO2; operazione che era stata anticipata ad aprile. Restano ancora da definire cifre e tempistiche. È però probabile che maggiori novità arriveranno dopo il prossimo Tavolo automotive, ancora da convocare.

La firma dell’accordo fra il ministro Urso e il presidente Vavassori

“Siamo consapevoli – dichiara Roberto Vavassori, presidente di Anfia – che questo piano di lavoro rappresenta solo l’inizio di un percorso complesso, che impegnerà fortemente le nostre imprese, le parti sociali, i territori e che vedrà un Comitato Tecnico nella funzione di attuazione e coordinamento delle previsioni del piano”.

“Anfia è impegnata a realizzare uno studio che prevede, tra le altre cose, la mappatura delle competenze già oggi presenti in Italia su tutti gli aspetti e le tecnologie della mobilità veicolare, incluso lo sviluppo di vettori energetici decarbonizzati e gli ambiti della mobilità del futuro come l’elettrificazione e la guida autonoma, per evidenziarne aree di eccellenza e gap di competitività.

La concorrenza globale è fortissima e i nostri competitor americani ed asiatici si muovono velocemente anche grazie ad importanti sostegni pubblici agli investimenti. L’Europa e l’Italia non devono essere da meno ed è quindi ora di accelerare in questa direzione, perché non possiamo più permetterci di perdere altro tempo prezioso”.