Più tassisti. Anzi no. Alla fine, il Governo fa scaricabile sulla questione che ha infiammato gli ultimi giorni di polemiche politiche: quella sull’annosa carenza di taxi in città. A (non) risolvere il problema è il decreto legge Asset e Investimenti, che prevede una serie di misure per aumentare l’offerta del servizio di trasporto. Ma solo sulla carta.

Tutto dipende dal fatto che le licenze per guidare i taxi sono rilasciate in numero limitato e, da tempo, i Comuni non ne immettono di nuove per paura di scontentare i tassisti. Da qui, le soluzioni dell’esecutivo.

Tocca ai Comuni

La prima prevede che le amministrazioni locali concedano, agli stessi tassisti, delle licenze aggiuntive, da rivendere per “fronteggiare uno straordinario incremento della domanda legato a grandi eventi o a flussi di presenze turistiche superiori alla media stagionale”. Il numero dipenderà dalle “esigenze dell’utenza”, mentre la durata massima sarà di 12 mesi, prorogabile per un altro anno.

Un taxi a Roma

La seconda concede invece a capoluoghi di Regione o città metropolitane e Comuni con aeroporti internazionali di “incrementare (attraverso un concorso, ndr) il numero delle licenze, in misura non superiore al 20% delle licenze già rilasciate”.

È però difficile che la situazione si risolva davvero. Come detto, infatti, già ora le amministrazioni locali temono la reazione che i tassisti avrebbero di fronte a nuove licenze. Sarebbe strano se l’atteggiamento cambiasse proprio adesso. Nel decreto spuntano comunque degli incentivi per acquistare taxi “non inquinanti”.

Gli incentivi per i taxi

Deve trattarsi di veicoli “nuovi di fabbrica, con emissioni di CO2 non superiori a 135 g/km, di classe ambientale Euro 6 o superiore (cioè Euro 7, che arriverà nel 2025, ndr), con prezzo di listino comprensivo di optional (Iva esclusa) di 35.000 euro per le fasce 0-20 g/km e 61-135 g/km di CO2 o di 45.000 euro per la fascia 21-60 g/km di CO2”. Per tutti questi taxi, l’ecobonus è raddoppiato. Rivediamo quindi a quanto ammontano gli incentivi.

Emissioni/Incentivi Con rottamazione Senza rottamazione Fondi rimasti
0-20 g/km di CO2

Prezzo

42.700 € con Iva
10.000 € / 138,7 milioni di €
21-60 g/km di CO2

Prezzo
54.900 € con Iva
8.000 € / 207,4 milioni di €
61-135 g/km di CO2

Prezzo
42.700 € con Iva
4.000 € / 0 €

Nella relazione illustrativa del provvedimento vista da Motor1, si legge però che “il contributo per l’acquisto di auto elettriche o ibride (fasce 0-20 o 21-60 g/km CO2) è riconosciuto solo previa rottamazione della vecchia auto”: un limite già presente per i motori a combustione puri. Altro vincolo è l’obbligo di mantenimento della nuova vettura, dalla durata di almeno 12 mesi.

Le risorse

La misura è finanziata con 50 milioni di euro all’anno fino al 2026, con il 50% delle risorse destinate ai tassisti vincitori del concorso straordinario (fino al 31 dicembre 2024) e l’altro 50% riservato a tassisti e titolari di Ncc che sostituiranno il loro veicolo fino al 31 dicembre 2026.

Attualmente, però, restano solo i fondi per elettrico (quasi 139 milioni di euro) e ibrido plug-in (207 milioni di euro). Per il termico, i fondi sono finiti e il nuovo appuntamento sarà nel 2024, quando il tesoretto verrà rimpinguato.