Mancano esattamente 2 mesi al 2 novembre 2024, data nella quale i dazi imposti dall'Europa all'importazione di auto elettriche cinesi diventeranno validi per 5 anni. Il dato non è quindi ancora tratto, ma il tempo stringe per le Case orientali, chiaramente contrarie all'extra tassazione nel Vecchio Continente.

Così tra denunce al WTO (l'organizzazione mondiale del commercio) e contro-dazi su prodotti europei, anche non auto, la Cina starebbe contrattando con la Commissione Europea, alla ricerca di una soluzione pacifica. A riportarlo è il sito Politico.eu che, citando fonti anonime, ha parlato di colloqui tra le parti tenutisi lo scorso 28 agosto.

Le promesse

Stando alle indiscrezioni BYD, Geely e Saic avrebbero incontrato i vertici europei, chiedendo la rimozione dei dazi in cambio di azioni precise da parte delle Case orientali, tra le quali l'adozione di un prezzo minimo per le proprie auto elettriche vendute in Europa e un numero massimo di esportazioni annue. Un iter che riprende quanto successo nel 2013 con i pannelli solari provenienti dalla Cina.

Così il mercato non verrebbe saturato da modelli orientali e - soprattutto - non ci sarebbe un "gioco" al ribasso nei listini. 

Sempre secondo Politico al tavolo delle trattative non era presente Tesla, che produce anche nello stabilimento di Shanghai, attualmente soggetta a dazi del 9%, i più bassi imposti dalla Commissione. 

Non sappiamo se e come procederanno i colloqui tra le parti né tantomeno come finiranno. Bisogna sottolineare come i dazi europei sulle auto elettriche cinesi, misura arrivata al termine di un'indagine della Commissione Europea che ha evidenziato come Pechino sovvenzioni in maniera impropria i costruttori nazionali, non stiano trovando il favore di tutti i paesi dell'Unione. La Germania è il Paese più critico in questo senso, con la paura di ritorsioni che -almeno sulla carta - si stanno già palesando.