Le persone non si finisce mai di conoscerle. E un po' anche le automobili: della nuova Audi A4 vi abbiamo detto quasi tutto. Sapete già che è un modello fondamentale per Audi, visto che è il più venduto della gamma e fa da base per una vera e propria famiglia che si allarga anche alla A5 (coupé, cabriolet e Sportback) e alla Q5. Sapete come va con il motore turbodiesel da 150 CV con cambio manuale e con quello da 190 CV e DSG, in entrambi i casi in abbinamento alla trazione anteriore e alla carrozzeria station wagon, la Avant. Su OmniAuto.it avete anche letto le nostre impressioni di guida al volante del turbodiesel più potente, il V6 3.0 da 272 CV. Lo scorso weekend ho avuto l'occasione di salire nuovamente sulla A4 Avant, ancora con il 2.0 TDI da 190 CV ma stavolta in abbinamento alla trazione integrale quattro. Il pretesto? Andare a seguire le gare di Coppa del Mondo di sci in Val Gardena (discesa libera) e in Val Badia (slalom gigante). La mia speranza era quella di trovare un po' di neve per valutare fino in fondo l'efficacia della trazione integrale. Siccome però il freddo tarda clamorosamente ad arrivare, le strade e le montagne sono ancora asciutte al 100%. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. In condizioni di guida simili a quelle trovate in precedenza ho infatti potuto approfondire la mia conoscenza della vettura, che in occasione dei test drive internazionali non può, per forza di cose, essere approfondita.


Curve, che piacere


La prima grande differenza che percepisco al volante della A4 2.0 TDI quattro rispetto alla sua "gemella" di una generazione fa è proprio nell'uso del volante; di quanto poco basti girarlo per far cambiare direzione alla vettura, per raggiungere il punto di corda ed effettuare i "destra-sinistra" (è stato diminuito il rapporto di demoltiplicazione). Non solo: è migliorato nettamente anche il feeling, grazie all'adozione di nuovi cuscinetti per i collegamenti delle sospensioni, che isolano dalle vibrazioni ma sono nettamente più rigidi e meno deformabili sotto carico. A proposito di sospensioni, i bracci in alluminio di quella anteriore ne hanno diminuito il peso di 6 kg. Dall'uscita Val Gardena sull'autostrada del Brennero alla Val Gardena vera e propria c'è un'alternanza di curve ad ampio e corto raggio e, complici le strade semi-deserte, sento subito come gli ingegneri di Ingolstadt abbiano lavorato per ottenere un effetto sterzante a prescindere dall'angolazione del volante: la trazione quattro ripartisce il 60% della coppia sulle ruote posteriori. La A4 non è certo un auto sovrasterzante, ma rispetto al passato è netta la sensazione che ci sia più "facilità" nel seguire gli input del volante.


Un TDI a 4 cilindri mai così fluido, assetto equilibrato


Sotto la voce comfort vanno diverse qualità della vettura: isolamento dai rumori e dalle vibrazioni, capacità di assorbire le asperità del fondo stradale e abitabilità. Qui mi interessa sottolineare un aspetto più di altri: mai TDI a 4 cilindri - in altre parole nessun motore a gasolio a 4 cilindri del Gruppo Volkswagen - era stato in grado fino ad ora di limitare così tanto le vibrazioni. Anzi, a dirla tutta questi propulsori sono sempre stati noti per una certa ruvidità e rumorosità. Ora, grazie al lavoro effettuato sull'iniezione (il common rail lavora a 2.000 bar e, soprattutto, con strategie affinate), al doppio contralbero nel basamento e alla riduzione degli attriti interni, solo un orecchio esperto può capire che si tratta di 4 e non di un 6 cilindri. Anzi, come già messo in luce in occasione della prova della berlina, è ora il V6 TDI in leggero "difetto": se da un lato si conferma fluido, dall'altro fa sentire maggiormente la sua voce. Quanto alla capacità di isolare da rumori e asperità, ci vorrebbero un fonometro e un accelerometro, per darne una valutazione oggettiva. Posso però garantire che il primo è esemplare non solo dal punto di vista del motore (già citato), ma anche da quello dell'aerodinamica (non c'è traccia di fruscii) e del rotolamento, nonostante l'esemplare in prova montasse dei cerchi da 19" con pneumatici da "255" di larghezza. Infine, le sospensioni: il maggior dinamismo non ha compromesso la capacità di filtrare le irregolarità, invariata rispetto al vecchio modello. Come si possono coniugare due esigenze opposte? Con la riduzione del peso: fino a 120 kg sulla Avant, a parità di motore. Sì, alleggerire un'auto non significa "solo" migliorarne l'agilità fra le curve, ma anche esaltarne le capacità di assorbimento, visto che le sospensioni possono essere più morbide, a parità di contenimento del rollio e del beccheggio.


Tante funzioni, forse troppe


La "mia" A4 era dotata di Audi Virtual Cockpit, la strumentazione 100% digitale e personalizzabile. Un'interfaccia che fa invecchiare di 15 anni, in un sol colpo, quella della vecchia A4, ma che non mi ha ancora convinto del tutto. Il motivo? La facilità d'uso. E' vero, quando un'auto la si usa costantemente certe cose diventano familiari, ma il Virtual Cockpit di Audi richiede ragionamento ancora dopo qualche giorno che lo si usa, per passare da una schermata all'altra di una stessa modalità. Mi spiego meglio: se nella porzione a sinistra del quadro strumenti è stata selezionata per esempio la cartina del navigatore, accedere al menù per l'immissione della destinazione non è semplicissimo. Così come non è immediato cambiare stazione radio: bisogna prima andare a selezionare la "pagina" relativa e poi scegliere il proprio canale. Certo, l'esigenza di ridurre il numero dei tasti e, dall'altro, il crescere esponenziale del numero di funzioni portano inevitabilmente a situazioni di questo tipo. Resto convinto però che ci sia margine di miglioramento e che gli ingegneri sapranno come sfruttarlo. Detto questo, se si è un minimo avvezzi all'hi-tech, dopo un breve periodo di apprendimento (comunque necessario), "girovagare" fra le tante informazioni disponibili dà una certa soddisfazione.

Fotogallery: Audi A4, la nuova "straccia" la vecchia 3 a 0