I samurai probabilmente ne avrebbero voluta una, tanto è affilata e pungente. Non a caso la Honda S2000 aveva bisogno di una certa dimestichezza per essere guidata, alla luce di un motore che ne ha decretato la fortuna: il 2.0 aspirato ha una potenza ancora oggi di riferimento e si guida come pochi altri della sua generazione, complice l’allungo infinito e una certa mancanza di energia alle velocità inferiori, caratteristiche del tutto simili a un motore da corsa. La S2000 non era soltanto ciò, ma aveva un raffinato telaio in fuso di alluminio a forma X, accessori non comuni per l’epoca (i fari allo xeno) e un cambio preciso da manovrare, oltre ad una carrozzeria semplice e filante ma non priva di carattere: le sue linee rimangono piacevoli e moderne anche a distanza di quasi 20 anni dall’uscita. La spyder giapponese è protagonista del nostro #perchécomprarla… Classic, che non vi nascondiamo è stato fra i più divertenti da girare dell’ultimo periodo.


Pregi e difetti


Iniziamo subito dalle considerazioni più spiacevoli: le prime S2000 montano un lunotto in plastica che tende a scolorirsi con il tempo, l’ergonomia dei comandi non è ottimale e lo spazio dell’abitacolo costringe a qualche rinuncia. Queste mancanze però assumono ben altro valore dopo aver girato la chiave d’accensione e aver messo in moto il 2.0 VTEC, un motore che rimane divertentissimo e molto godibile anche rispetto a quelli moderni: sviluppa ben 240 CV e raggiunge senza difficoltà i 9.000 giri, obbligando chi lo guida a tirare le marce, complice la leva corta e molto precisa negli innesti. Il suo rumore però diventa coinvolgente solo dopo aver rimosso il coperchio dell’air box. La S2000 non arriva a 1.300 chili e ha una distribuzione dei pesi al 50:50 fra i due assi, ideale per un modello di questo genere, ma bisogna fare attenzione perché l’assetto molto comunicativo la rende piuttosto nervosa.


Quanto costa


La spyder giapponese è un modello piuttosto affidabile e non espone i suoi proprietari a grossi fastidi, purché abbia svolto la regolazione manutenzione: in caso opposto è meglio far controllare le bronzine. Gli esemplari meno costosi sono quelli risalenti ai primi anni di vendita (dal 1998 al 2000), disponibili a partire da circa 9.000 euro, ma è consigliabile investire qualche migliaio di euro in più e orientarsi verso le auto del 2002-2003: rappresentano un compromesso migliore e sono meglio allestite, perché la casa giapponese ha incrementato l’equipaggiamento anno dopo anno. Nei primi ’00 ad esempio è stato modificato l’assetto, mentre nel 2006 sarebbero arrivati il controllo di stabilità (fondamentale se il guidatore non è esperto) e l’acceleratore di tipo elettronico. L’esclusiva versione speciale RJ non si trova però a meno di 30.000 euro, ma il suo valore fra i collezionisti era chiaro fin dall’esordio.

Fotogallery: Honda S2000, perchè comprarla... Classic [VIDEO]