Mettiamo che ad un certo punto della vostra vita vi capiti di trovarvi in Florida. Dirigetevi a ovest e alla fine arriverete ad Alligator Alley. Da qui parte un noiosissimo tratto di quasi 120 km, praticamente tutto dritto, difficile da apprezzare. A meno che non si guidi l’auto giusta. Magari una costosa cabrio, magari con passaporto inglese.
Un’auto che nel caso dei nostri colleghi di Motor1 USA, autori della prova che trovate di seguito, di nome fa Aston Martin DBS Superleggera Volante. Con lei hanno affrontato quelle strade, con lei hanno sognato di andare fino a 340 km/h (sognato, rispettando sempre i limiti).
Com’è fuori
Non c'è davvero nessun altro modo per dirlo: l'Aston Martin DBS Superleggera Volante è dannatamente bella. Con quella bocca nera spalancata che le dà un aspetto minaccioso, il suo profilo cesellato e i fianchi extra-larghi sono pura pornografia automobilistica. Ma il particolare che più mi fa impazzire è la sottile scritta "Superleggera" sul cofano, che sottolinea la natura non convenzionale della cabrio inglese. La DBS Superleggera è – a mio parere – una delle Aston più belle di sempre.



L’unica accortezza è quella di ordinarla con un colore più accattivante rispetto al grigio Xenon dell’esemplare della nostra prova. Una tinta che non riesce ad esaltare il fisico perfetto della Superleggera, che merita qualcosa di più, il Ceramic Blu o l’ancor più estremo Lime Essence.
Com’è dentro
Potremmo parlare tutto il giorno degli splendidi esterni della Superleggera. Ma per quanto riguarda l'abitacolo, è quasi troppo normale per un'auto di questo calibro. Non fraintendetemi, ci sono dei particolari estremamente piacevoli: i sedili in pelle bicolore cucita a mano sono praticamente perfetti, gli inserti in fibra di carbonio fanno molto racing e anche la console centrale è riuscita.
Ma il volante con la parte centrale fin troppo grossa e la semplice pelle nera del cruscotto non sono certo esaltanti, i pulsanti sul volante rispondono agli input solo quando se la sentono veramente, e lo schermo centrale ereditato dalle Mercedes di precedente generazione, con il software Comand, risulta davvero troppo obsoleto, anche se è comunque molto meglio di quanto non fosse prima. E per fortuna, tirando fuori il libretto degli assegni, è possibile passare dalla divisione Q della Aston per avere alcune soluzioni estetiche davvero di gran pregio.


Piacere di guida
Estetica e finiture possono però piacere o non piacere, ciò che può mettere tutti d’accordo è quello che si nasconde sotto il sinuoso cofano Aston Martin DBS Superleggera Volante: un V12 biturbo di 5,2 litri, come nella DB11 AMR, ma che qui tocca i 725 CV e 900 Nm di coppia (come sulla Superleggera Coupé). Ma ciò che davvero stupisce (e anche un po’ spaventa) è il modo in cui tutto ciò viene buttato a terra.
Inutile stare a provare le varie modalità di guida: si passa subito alla Sport Plus, si schiaccia il pedale dell'acceleratore e ci si deve tenere forte. In 3,6” ci troviamo a 100 km/h con partenza da fermo, con la spia del controllo di trazione che brilla come luci dell’albero di Natale e le Pirelli P Zero posteriori (con misure 265/35 ZR21) girano selvaggiamente e producono sbuffi di fumo. Bisogna dire che i tecnici Aston hanno cercato di limitare l’erogazione di coppia in prima e seconda, ma in Sport Plus la DBS Superleggera è così esuberante che raramente riesce a partire di slancio senza svirgolare. E certo, tutto questo regala un bel po’ di divertimento.


Una volta rimessa in riga e a velocità di crociera, la Superleggera tira come un treno merci, anche in terza, quarta e quinta marcia e basta un piccolo colpo al pedale dell'acceleratore per sentirsi schiacciare contro il sedile, con un’immediatezza incredibile. Gran parte del merito è del cambio ZF a 8 rapporti, modificato per poter gestire tutta la coppia del V12.


Il nostro tragitto ci porta – era ora – fuori dalla lunga lingua di asfalto per arrivare su una strada secondaria tutta curve. Ed è qui che la DBS Superleggera mostra il suo lato più atletico. L’ottimo feedback dello sterzo e e l'anteriore veloce ad inserirsi in curva rendono la rendono agile e c’è quasi un'eleganza innata nel modo in cui la DBS Volante si muove sui terreni più tortuosi, nonostante il notevole rollio e un cambio automatico non sempre impeccabile. La Aston Martin DBS si trova quindi maggiormente a proprio agio su strade lunghe e dritte, ma i suoi 1.800 kg regalano comunque soddisfazioni anche tra le curve.
Comfort
La Aston Martin DBS Superleggera Volante è una vera gran turismo senza il tetto e là dove manca di incisività tra le curve, ne guadagna in piacere di guida quando si fanno lunghi viaggi col vento tra i capelli. Una souplesse nell’affrontare chilometro dopo chilometro, con una comodità di alto livello e le sospensioni adattive capaci di digerire di tutto.
Fotogallery: Aston Martin DBS Superleggera Volante, la prova
Curiosità
Quando si arriva a fondoscala la DBS Superleggera Volante genera ben 177 kg di carico aerodinamico, 3 in meno rispetto ai 180 della coupé. E se pensate che non sia un gran risultato, pensate alle profonde modifiche aerodinamiche tra auto con e senza tetto.
Quanto costa
Come tutte le gran turismo di razza, la Aston Martin DBS Superleggera Volante è costosa, 303.648 euro per la precisione. Tanti. Se pensate che una Bentley Continental GT parte da 242.876 euro mentre, per rimanere in terra inglese, una Rolls-Royce Dawn parte da 360.000. Auto differenti dedicate a chi non ha problemi di soldi, anche perché pescando dalla lista degli accessori o rivolgendosi al già citato reparto Q, si vola alti. Altissimi.
Aston Martin DBS Superleggera