La Dodge Charger è fedele all’adagio: “se non si è rotto, non aggiustarlo”. O meglio, questo è la traduzione del detto americano “if it ain't broke, don't fix it” con cui i nostri colleghi di Motor1 USA introducono la loro prova della nuova versione Hellcat Widebody. Che rilancia la sfida alla Mustang Shelby GT500 e alla Camaro ZL1.
Secondo gli standard attuali la piattaforma su cui è costruita non è più così moderna, ma per rinfrescare il modello ogni anno Dodge presenta nuovi allestimenti, versioni speciali e motori più potenti. Ecco, ad esempio, la prova della SRT Hellcat Redeye da 800 CV. E nel 2020, tocca alla Charger SRT Hellcat Widebody.
Com’è fuori
Come impatto visivo, rispetto alla Charger Hellcat (di cui trovate qui le informazioni), la Hellcat Widebody rimane fedele alla Hellcat che conosciamo da cinque anni, pur essendo stata allargata per fornire più aderenza alle gomme.
Non sono modifiche sostanziali, ma i passaruota maggiorati e gli pneumatici più prestazionali sono più che sufficienti per innamorarsi di nuovo a questa super berlina a 4 porte con 727 CV di potenza.

La Hellcat Widebody, in ogni caso, ha fatto andare in pensione la variante di carrozzeria “standard”, ereditandone comunque molti componenti. Come nel caso dei fari assottigliati o della fascia luminosa posteriore a tutta larghezza. O ancora, della griglia anteriore molto aggressiva.

L’allargamento della carrozzeria è di quasi 9 cm (8,9 per la precisione), che si appoggiano con cattiveria sui cerchi nero opaco da 20 pollici.
Fotogallery: Dodge Charger SRT Hellcat Widebody 2020, la prova di Motor1
Com’è dentro
L’abitacolo della Dodge Charger Widebody non si discosta dalle sorelle più “strette”, mantenendo quindi lo stesso piacevole design. Il pacchetto optional di rivestimento in fibra di carbonio e pelle scamosciata (anche per l’imperiale del tetto) è da ordinare assolutamente, con il volante in Alcantara.

Migliorabili, invece, sono alcuni materiali e qualche assemblaggio, così come la sensazione restituita dai comandi sotto lo schermo centrale da 8,4 pollici. Anche i tasti sul volante non restituiscono un’elevata qualità percepita, così come i sedili, che non offrono molto sostegno in curva. Insomma, da questo punto di vista ci si aspetterebbe di più da un’auto che negli Stati Uniti costa più di 70.000 dollari (64.000 euro).

Lo schermo dell’infotainment ha una grafica chiara e una logica di funzionamento efficace, con Uconnect, Apple Car Play, Android Auto e con le schermate dedicate SRT Performance per misurare ad esempio i tempi di accelerazione nelle drag race. A pagamento restano il modulo per il navigatore a quasi 1.000 dollari (920 euro) e l’impianto hi-fi della Harman Kardon con 19 altoparlanti, ad un prezzo di 1.795 dollari (1.659 euro).
Piacere di guida
Il motore della Dodge Charger Hellcat Widebody è il conosciuto Hemi 6.2 V8 con compressore volumetrico da 727 CV, capace di vincere molte sfide di accelerazione. E con gli interventi di allargamento, ora è migliorato anche il comportamento in curva.

Le gomme sono quattro Pirelli PZero che misurano 305 in larghezza e che ricevono gli input da un servosterzo elettrico ricalibrato. E grazie a questi interventi, pur con un peso dichiarato di 2.080 kg, la Widebody dà più fiducia in curva, è più piatta e composta. E sempre maledettamente veloce: pur avendo più impronta a terra, è meglio dosare sempre con attenzione l’acceleratore per non sbilanciare l’assetto.

Con l’allargamento di carrozzeria e gomme, la velocità massima scende da 328 a 315 km/h, mantenendo lo stesso tempo di accelerazione nello 0-96 km/h (0-60 mph) di 3,6 secondi. Roba da tenervi incollati al sedile, con una coppia di 881 Nm sempre pronta grazie al supercharger, cioè al compressore volumetrico. Il cambio automatico della tedesca ZF a volte è un po’ lento, cosa comunque compensata dall’esuberanza del motore.

Per aumentare la superficie di raffreddamento del radiatore non è stato possibile montare il radar frontale su cui si basa il funzionamento del cruise control adattivo e il sistema lane keep assist di mantenimento di corsia. Per cui, tra gli ADAS della Hellcat Widebody rimangono solo i sensori di angolo cieco laterale, quelli di parcheggio e il sistema di avviso di oggetti in movimento in retromarcia.
Comfort
Per essere una berlina “sputafuoco” da 727 CV, la Dodge Charger Hellcat Widebody è sorprendentemente comoda. Come dicevamo i sedili a guscio non supportano a dovere nella guida sportiva, ma sono morbidi come delle poltrone, al pari delle imbottiture del divanetto posteriore, e sono sia riscaldati che ventilati.

L’isolamento acustico dell’abitacolo è di alto livello, persino considerando il volume che lo scarico è in grado di raggiungere selezionando la modalità di guida SRT. E nonostante gli ammortizzatori adattivi, su questa Widebody, siano più rigidi rispetto alle altre Hellcat, la taratura delle sospensioni offre comunque un buon equilibrio tra assorbimento e guidabilità.
Le dimensioni esterne di questa versione allargata della Charger superano sia rivali come la BMW M5 Competition che abbiamo provato o la Mercedes E63 AMG (che è anche la station wagon più veloce al Nurburgring), e questo si riflette positivamente sulla disponibilità di spazio per tutti e cinque i passeggeri.
Quanto costa
Uno dei punti deboli della Charger Hellcat è il consumo di benzina, che in questa versione Widebody si traduce in percorrenze di 5,1 km/litro in città (19,6 litri/100 km), 8,9 km/litro in autostrada (11,2 litri/100 km) e 6,4 km/litro nel ciclo combinato (15,6 litri/100 km).

Parlando invece di prezzi, i 78.320 dollari (72.375 euro) richiesti negli USA per la versione provata la rendono competitiva rispetto alle principali concorrenti. Sul mercato nordamericano, infatti, una BMW M5 Competition costa 110.000 dollari (quasi 102.000 euro) e una Mercedes E63 AMG parte da 107.000 dollari (99.000 euro), mentre in Italia il listino di partenza è rispettivamente di 131.200 euro e 131.400 euro, contro i 90.900 euro della Hellcat Widebody, importata nel nostro Paese dal Gruppo CAVAUTO.
Fotogallery: Dodge Charger SRT Hellcat Widebody 2020, la prova di Motor1
2020 Dodge Charger SRT Hellcat Widebody