Potenza da V8, consumi ed emissioni neanche da V6
Il primo di quella che si annuncia come una numerosa famiglia di nuovi propulsori denominati EcoBoost, fa il suo debutto al Salone di Detroit. Il "gigante" di casa propone al mercato una soluzione forzatamente suggerita dalla situazione di mercato, specchio del corso dei tempi e della tendenza a mandare in pensione l'usuale filosofia in vigore fino a poco tempo fa: propulsori generosi, cilindrate gigantesche, benzina a buon mercato. Non si possono più utilizzare motori surdimensionati e, del resto, la clientela non ama rinunciare alla potenza, anche se i severissimi limiti di velocità non lasciano spazio certo al divertimento. La soluzione è il downsizing: produrre propulsori piccoli ma, con alcuni espedienti in grado di fornire, comunque, un buon mordente e prestazioni elevate.
L'alimentazione è assicurata da un impianto a iniezione diretta di benzina. Ogni iniettore dotato di sei fori, spara direttamente nella camera di scoppio il carburante a pressioni variabili da 200 a 2.175 PSI a seconda del carico, in modo da realizzare un efficiente sfruttamento del carburante e l'ottimizzazione delle fasi di funzionamento, riducendo consumi ed emissioni.
E' UN V6, MA VUOLE FARE IL V8
Il punto di partenza è il motore V6 Duratec da 3,5 litri. L'unità è stata opportunamente irrobustita a livello di basamento, blocco motore, bielle, pistoni, impianto di aspirazione e distribuzione. La novità più interessante consiste nell'installazione di due turbocompressori GT15 di piccole dimensioni (con basso indice di inerzia, quindi), uno per ogni bancata di cilindri, forniti dalla Honeywell e accoppiati a un intercooler aria-aria per immettere nei cilindri aria più fresca e in pressione, in grado di raggiungere regimi di rotazione nell'ordine dei 170.000 giri, con pressioni pari anche a 12 atmosfere. Grazie a questa soluzione, il motore dichiara una risposta omogenea nei vari campi di utilizzo, riducendo così il caratteristico ritardo di risposta, comune ai vecchi motori con unico turbo di grandi dimensioni. L'impianto è raffreddato mediante acqua, utilizzando un sistema che funziona anche a motore spento e che, a differenza di un classico sistema di raffreddamento ad olio, è in grado di assorbire più velocemente l'elevato calore (centinaia di gradi) che si genera nelle turbine.L'alimentazione è assicurata da un impianto a iniezione diretta di benzina. Ogni iniettore dotato di sei fori, spara direttamente nella camera di scoppio il carburante a pressioni variabili da 200 a 2.175 PSI a seconda del carico, in modo da realizzare un efficiente sfruttamento del carburante e l'ottimizzazione delle fasi di funzionamento, riducendo consumi ed emissioni.