Nasce come “muletto”, come auto di scorta per il Campionato BMW M1 Procar (un monomarca che si corre nel 1979 e nel 1980 come contorno alla F1), ma le ruote di questo esemplare non toccano mai la pista. BMW decide così di convertirlo e omologarlo per uso stradale: nel 1979 trova casa a Meinz, dove un facoltoso appassionato se la mette in garage. Per 20 anni cambia continuamente proprietario, finché un collezionista americano le fa attraversare l’Oceano e la mette fra i suoi progetti a lungo termine. E’ infatti solo nel 2012 che la macchina viene spedita da alcuni specialisti di Santa Cruz per una nuova conversione, un restauro completo che la facesse ritornare in veste originale Procar. Qui viene smontata pezzo pezzo, rigenerata e rimontata con pezzi Procar originali (carrozzeria, alettoni, specchi, bracci delle sospensioni, assali, ecc.) prendendo come “manuale di istruzioni” un altro esemplare di M1 Procar.
Ecco perché, l’auto di queste foto si può considerare l’unica M1 Procar omologata per l’uso stradale, anche se di stradale in senso stretto resta ben poco, a partire dal motore: un sei cilindri in linea, 3,5 litri di cilindrata, capace di 414 CV (contro i 470 delle auto da gara). Il cambio è invece manuale della ZF a 5 marce. Incredibile la cura posta nell’abitacolo: sedili e plancia sono rivestiti in pelle pregiata e, se non fosse per il tachimetro con fondoscala a 200 mp(h (320 km/h), sembrerebbe quasi quello di una BMW Serie 5 dell’epoca. Venduta nel 2016, questa M1 partecièerà nel fine settimana al McCall’s Motorworks Revival, parte del Pebble Beach Concours d’Elegance.