Si parla sempre più spesso di Internet of Things (abbreviato in IoT), ovvero la capacità di oggetti che usiamo nella vita quotidiana (e non solo) di collegarsi a internet e dialogare tra di loro. Non più solo smartphone, tablet e computer ma anche (ad esempio) autosili e automobili perennemente connessi alla rete per scambiarsi così tantissime informazioni . Ma se le infrastrutture possono sfruttare connessioni veloci tramite fibra ottica, auto e simili devono affidarsi a connettività mobile superveloce che prende il nome di 5G, protocollo di trasferimento dati ancora in fase embrionale e grande protagonista del Mobile World Congress 2018, una delle fiere dedicate alla tecnologia più importante al mondo.

Alta velocità

Se pensate che la connessione mobile ad alta velocità interessi solo chi vive in simbiosi col proprio smartphone, magari per guardare un video su Youtube o postare foto di gattini su Facebook, siete sulla strada sbagliata. Pensate a un’auto in mezzo al traffico, magari piove e ci sono dei lavori in corso, tutte informazioni che farebbero comodo agli altri automobilisti e che devono poter viaggiare ad altissima velocità, senza ritardi tra trasmissione e ricezione. Usando termini tecnici, bisogna rendere la latenza sempre più vicina allo zero. Il 5G permetterà che tutto questo possa diventare realtà e ci sono già tantissime aziende impegnate a sviluppare chip che possano supportare tale protocollo. Aziende sempre più legate al mondo dell’auto: Intel e Qualcomm sono solo alcuni esempi di big dell’high tech impegnate a dare vita all’auto connessa di domani.

Oltre a radar e telecamere

La comunicazione tra auto servirà sia a scambiarsi informazioni, sia a dare vita a sistemi di assistenza alla guida predittivi. Radar e telecamere per cruise control adattivo e frenata d’emergenza verranno così settati non solo in base a quello che vedono e sentono intorno all’auto, ma anche sulla base di informazioni provenienti da centinaia di metri di distanza. Un doppio sistema per rendere più sicure le auto e non solo. La possibilità di dialogare permetterà, ad esempio, di trovare e prenotare un posto negli autosili, così da eliminare giri su giri a dita incrociate sperando riuscire a beccare un parcheggio libero.

Corpo unico

In questo modo le auto diventeranno parte integrante delle smart cities, le città intelligenti e ne diventeranno una sorta di neurotrasmettitori all’interno del sistema nervoso. Al fianco di auto private, il cui numero potrebbe diminuire sensibilmente, ci saranno mezzi pubblici e car sharing, naturalmente anche loro sempre connessi grazie alla rete 5G. Tutto questo per essere realtà avrà bisogno non solo di nuove tecnologie da parte delle Case auto, ma anche (e soprattutto) da parte delle amministrazioni locali. La condizione necessaria perché nascano vere città intelligenti e connesse infatti è che vengano installati ripetitori nelle città, così da permettere un continuo passaggio di dati ad alta velocità. Per ora ci sono piani di sviluppo (con Barcellona in prima fila e Seat a spingere perché la capitale catalana diventi un'eccellenza mondiale) che devono ancora diventare realtà. Anche in Italia si lavora per lo sviluppo della rete 5G e Milano in questo senso, con Vodafone pronta a far partire i primi progetti per far diventare il capoluogo lombardo una vera e propria smart city.