La si può sminuire, la prima Subaru Forester (oggi alla quinta generazione), sostenendo che non proponga nulla di nuovo, se non un assetto un po’ più alto del solito sotto la carrozzeria da station wagon. Oppure si possono trovare degli elementi di genialità, in quel mix oggettivamente “strano”, originale, capace di attirare lo sguardo (nel 1997) al di là dell’apprezzamento estetico. Insomma, date le premesse, avete già capito che i giapponesi di Subaru, noti più per la concretezza dei loro prodotti che per gli slanci di creatività, questa volta hanno saputo stupire. Il tutto, nel pieno rispetto del proprio “credo” tecnico, ovvero motore boxer e trazione integrale prima di tutto, ma anche affidabilità a prova di errore. Sul mercato si trova ancora qualcosa, peraltro a pochi euro, ma attenzione: mediamente i chilometraggi sono molto, molto alti. L’affidabilità non è mai stato un problema di Subaru, questo va detto, ma un occhio di riguardo è sempre opportuno.
Il primo bozzetto è del 1995
Il nome non è dei più felici, almeno per noi italiani: Subaru Streega. Debutta nel 1995 al Salone di Tokyo e anticipa in modo piuttosto fedele ciò che poi avremmo visto su strada due anni dopo, per fortuna con il nome Forester. Di cosa si tratta? Di un’auto che condensa elementi presi un po’ dalle station e un po’ dai fuoristrada: per ricollegarci a quanto scritto sopra, mi sbilancio e dico che secondo me la Forester non è solo una station rialzata ma qualcosa di più. Certamente il confine è sottile, molto opinabile, ma il design forte e muscoloso, le proporzioni e la seduta rialzata mi fanno propendere per il “partito” che crede che la Forester sia uno dei primi SUV. Un’idea vincente, insomma, forse fin troppo in anticipo sui tempi.
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Una Subaru in tutto e per tutto
Ci sono poche aziende, automotive e non, che riescono a essere coerenti con sé stesse come Subaru. Un’impostazione che talvolta è anche un limite, in un mercato che evolve continuamente, ma che di sicuro fa felici i fedelissimi. Nel bene e nel male e non solo quando si parla del famosissimo motore boxer e della trazione integrale simmetrica. Sì perché come sulla nuovissima XV, anche sulla Forester di 21 anni fa ci sono degli “alti” che lasciano a bocca aperta e dei “bassi” altrettanto incredibili. Alcuni esempi? Sulla Forester le finiture sono curatissime, eppure alcuni pannelli della carrozzeria sono assemblati con cura (molto) poco giapponese. Oppure lo spazio interno: lo spazio per i passeggeri posteriori è da record, rispetto alle dimensioni esterne, ma il bagagliaio è piccolo.
Sì perché come sulla nuovissima XV, anche sulla Forester di 21 anni fa ci sono degli “alti” che lasciano a bocca aperta e dei “bassi” altrettanto incredibili.
Anche con marce ridotte
La base tecnica è la stessa della Impreza: anche in questo, la Forester è perfettamente coerente con i SUV moderni, la cui piattaforma è condivisa con le auto a ruote basse del resto della gamma. Il primo motore disponibile, anch’esso in condivisione con l’Impreza, è un 2 litri boxer aspirato da 122 CV, mentre la trasmissione può contare non solo sulla già citata trazione integrale, ma anche sulle marce ridotte. Nel 1998 arriva il 2.0 turbo da 170 CV, questa volta senza ridotte: la parsimonia nei consumi e la silenziosità non sono il suo forte. Questi due propulsori ricevono diversi aggiornamenti nel corso del tempo, con lievi incrementi della potenza e abbassamento delle emissioni; non arriverà mai un diesel, sulla prima generazione, né - in Italia (purtroppo) la versione STi, di cui però potete trovare qualche foto nella gallery; del resto, da appassionati non potevamo non metterla.

Dopo la prima, altre tre generazioni
Che l’intuizione avuta con la Forester sia vincente lo dimostrano prima di tutto i numeri di mercato - soprattutto negli USA - ma anche il fatto che nel 2018 il modello sia giunto alla quinta generazione. In realtà, la seconda, del 2002, si può considerare più un profondo restyling della seconda che una generazione a sé stante. La rivoluzione arriva con la terza generazione, del 2008, che abbandona la separazione netta dei volumi (cofano motore e tetto) e vede un innalzamento netto sia della carrozzeria, sia della linea di cintura: la Forester, per capirci, si conforma al design più di moda, sacrificando un po’ l’originalità alla ricerca di sempre più clienti. Quella che Subaru chiama quarta generazione arriva nel 2014, mentre la quinta, costruita sulla base SGP (Subaru Global Platform), è della primavera di quest’anno.