Laurens Van Den Acker, direttore del Design del Gruppo Renault, ha appena firmato la quinta generazione della Renault Clio, ordinabile da giugno, con le prime consegne a settembre. Al Salone di Ginevra ci ha detto che non ci sarà la versione Sporter ma, entro il 2022 arriveranno 8 EV del Gruppo. Ma qual era l’obiettivo che si è proposto nel cambiare il design della Clio 4?

"Si è trattato di una sfida molto particolare perché Clio 4 è stata un successo incredibile. In Italia è stata l’auto più importata. Abbiamo deciso di proteggere quello che funzionava e migliorare tutto il resto. Per farlo siamo partiti dai commenti di tutti: giornalisti, clienti, tester. Abbiamo quindi provato a cancellare tutti i difetti. E’ stato un esercizio di design molto diverso rispetto a quando si comincia da un foglio bianco e abbiamo voluto conservare il DNA esterno con un’evoluzione e rivoluzionare l’interno per dare l’effetto wow quando si entra".

Renault Clio

Quanto hanno pesato i commenti dei giornalisti sulla nuova Clio?

"I giornalisti sono la voce del cliente ed è anche vostro dovere rappresentarli. Per la vecchia Clio siamo stati criticati sulla qualità di alcuni componenti ma questo non ha impedito ai clienti di comprare l’auto, che invece è stata un successo. Spero di non vivere il contrario con la Clio 5: che i giornalisti siano contenti e i clienti invece non l’acquistino più!".

Come è stato sviluppato il progetto della nuova Clio?

"Lo sviluppo è iniziato circa quattro anni fa. Ci hanno lavorato dieci/quindici designer tra interni ed esterni: un lavoro lunghissimo che ha toccato tutto, anche i minimi dettagli ad esempio, per quanto riguarda le plastiche, abbiamo impiegato un anno e mezzo per trovare la grana giusta".

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Il design della Clio 5: evoluzione o rivoluzione?

"Guardandola dall’esterno, la Clio 5 è più che altro una forte evoluzione della 4, ma un Brand non si crea in 5/10 anni. Sapevo che con la Clio 4 avevamo iniziato una rivoluzione ma, per consolidarla, ci vogliono 10/15 anni di continuità e di costanza. La vera rivoluzione è non aver fatto la rivoluzione! Quello che è mancato con la prima generazione è l’omogeneità, nel senso che l’esperienza che si vive deve essere costante: un’auto non deve essere bella da lontano ma brutta da vicino, non deve sembrare sportiva ma poi quando la guidi è ferma, non deve essere una promessa che non rispetti. Penso all’Alpine, che promette piacere di guida e quando ti metti al volante c’è effettivamente il rispetto della promessa, una vettura molto omogenea. La Clio mancava un po’ di maturità in questo e con la nuova siamo riusciti a rendere questa omogeneità".

C’è stato qualcosa che le ha fatto venire il mal di testa disegnando questa macchina, qualcosa con cui ha dovuto combattere settimane e mesi?

"Forse la cosa più difficile all’inizio è stata trovare le giuste proporzioni. Gli ingegneri avevano fatto dei calcoli per arrivare ai livelli giusti di CO2 e ci avevano consegnato un primo package dell’auto che era ancora più piccola, col tetto più spiovente, il passo più corto e il retrotreno più piccolo dell’avantreno. Questo ci ha fatto male al cuore perché l’attrattività della Clio era proprio nel suo posteriore. Ci siamo battuti per conservare le giuste proporzioni ed ecco che è nata la Clio attuale, più compatta, con più tecnologie, più radar, più lusso, più sportività, ma anche più spazio all’interno. Quando si riesce a rompere una contraddizione, è lì che si fa del vero design!".

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Come dev’essere secondo lei il cockpit di un’auto?

"Il cockpit non è né solo fisico né solo digitale ma un buon mix tra le due cose. Con la nuova Clio abbiamo immaginato un corpo umano: la parte alta è tutta visuale e poi, man mano che si scende, l’esperienza diventa sempre più in due dimensioni e poi definitivamente tattile. Abbiamo anche deciso di togliere il climatizzatore dallo schermo, una scelta che molti giornalisti hanno apprezzato!".

Ci sarà una nuova Clio Sporter?

"Non abbiamo previsto una wagon per la Clio 5. Sappiamo che in Italia va molto ma i clienti interessati a più spazio potranno scegliere la Captur. Pensiamo che ci sia abbastanza offerta nel Gruppo, tra Renault e Dacia, per soddisfare i clienti di questo segmento, che è comunque piccolo. Del resto oggi con i crossover e i SUV ci sono altre proposte che sono preferibili rispetto ad una wagon".

Renault sta lavorando all’ibridizzazione per le auto grandi come la Talisman?

"L’ibrido non è la soluzione definitiva perché non offre molti risparmi mentre è l’elettrico al 100% ad essere la vera rivoluzione. L’Europa non è il mercato più importante per le auto di grandi dimensioni. Sono l’Asia, gli Stati Uniti e la Cina: quest’ultima è il mercato “pilota” per la nostra strategia per le grandi auto. Qui spingono per l’elettrico, quindi anche noi andremo in quella direzione. Come Gruppo Renault, Dacia inclusa, avremo 8 EV entro il 2022.

Quale sarà la prossima disruption in termini di stile secondo lei?

"Sarà l’auto autonoma. Viviamo in un periodo straordinario per l’industria automobilistica. Tanti sono diventati designer perché volevano disegnare delle Ferrari e volevano creare esperienze fisiche uniche, ma adesso ci troviamo a creare delle esperienze virtuali, che è ugualmente molto stimolante e in Renault abbiamo già iniziato a farlo con la serie “Easy”: EZ-go, EZ-pro e EZ-ultimo".

Eravate consapevoli che insieme alla nuova Clio sarebbe arrivata anche la nuova Peugeot 208?

"Si tratta di una battaglia vecchia di anni, io non ero ancora nato. Ogni Paese ha battaglie di questo tipo ma io la trovo motivante. I miei amici di Peugeot fanno tutto quello che possono per rendermi la vita impossibile e io faccio di tutto per mettergli il bastone tra le ruote. In un senso positivo naturalmente. Preferisco che la battaglia per il segmento B si viva tra noi e Peugeot piuttosto che tra Ford e Volkswagen. La battaglia è positiva per l’industria automobilistica francese. Del resto Peugeot e Renault arrivano da posizioni differenti: noi eravamo i leader e loro dovevano cambiare di più per battersi meglio. Penso che i clienti abbiano una bella scelta e questo è positivo. Ci vorrebbero anche una nuova Fiat Punto, un’Alfa MiTo, una nuova Lancia…a proposito Lancia continua oppure no? A me comunque piace la competizione!".

Fotogallery: Renault al Salone di Ginevra 2019