Dal nome dell’appuntamento, Autonomy Day, era facile immaginare quale sarebbe stato l’argomento principale: la guida autonoma. Un sogno per tante Case, sempre più impegnate a insegnare alle auto a guidarsi da sole, con Tesla in prima fila. La Casa guidata da Elon Musk infatti, nonostante alcuni incidenti (a volte anche mortali) già oggi col suo Autopilot promette viaggi dove l’auto è in grado di prendere il controllo in svariate situazioni, non senza controindicazioni (come evidenziato dai test svolti da Consumer Reports). Ora da Palo Alto sono pronti ad effettuare il passo successivo.

(Quasi) tutto da sole entro fine anno

Durante la conferenza infatti è stato presentato il sistema Full Self Driving (FSD), basato su un nuovo microprocessore sviluppato internamente e prodotto da Samnsung, 21 volte più potente rispetto all’attuale hardware (sviluppato da Nvidia). Secondo i dati ufficiali integra 6 miliardi di transistor e raccoglie tutte le informazioni provenienti dal classico hardware di cui tutte le Tesla sono dotate: 8 telecamere, 12 sensori a ultrasuoni, un radar frontale. Un cervellone in silicio in grado di sfruttare le reti neurali, dando così vita a una sorta di intelligenza artificiale, in grado di apprendere ed evolversi nel corso del tempo, imparando da ogni viaggio.

 

Grazie a tutti questi “occhi” le Model S, Model X, Model 3 (e la futura Model Y) potranno svolgere ancora più operazioni in autonomia, come mostrato dal video che trovate qui sotto. Un viaggio urbano ed extraurbano, con pezzi di autostrada, senza che chi siede al posto guida debba – anche solo per un istante – mettere le mani sul volante. Il sistema Full Self Driving è già presente sulle nuove Tesla Model 3 e sulle Model S 3 Model X prodotte a partire da marzo 2019. Come avviene già oggi, per poterlo utilizzare bisognerà scaricare un aggiornamento software dal costo di circa 5.000 euro.

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Il Full Self Driving non rappresenta per la Casa statunitense un punto di arrivo, ma una tappa che porterà alla nascita di un chip ancora più sofisticato e veloce, il cui sviluppo è già cominciato e che vedrà la luce tra un paio d’anni circa.

Taxi autonomi (e privati)

Ma non è tutto: nel corso dell’Autonomy Day Elon Musk e i suoi collaboratori hanno annunciato l’intenzione di dare vita (entro la fine del 2020) a una flotta di taxi autonomi, per creare un servizio pubblico aperto a tutti. Una sorta di via di mezzo tra Uber e un normale servizio di taxi.

Il funzionamento è semplice: la flotta sarà composta da Model S, Model X e Model 3 appartenenti sia alla Casa (rientri di leasing e vetture nate unicamente per questo scopo) sia da auto di privati cittadini. In questo caso i proprietari potranno, tramite app, decidere di condividere la propria elettrica con altri nei momenti in cui questa è ferma.

2018 Tesla Model 3

Così, sempre tramite app, si potrà prenotare una corsa e vedersi arrivare una Tesla senza conducente, pronta a portarci a destinazione. Una soluzione che, secondo le stime della Casa, porterebbe nelle tasche dei proprietari circa 30.000 euro all’anno.

Fotogallery: Tesla Model 3